PUNTI DI VISTA

Digital skill, Pelagalli: “Un nuovo mondo di opportunità”

Non si tratta soltanto di “saper fare”, ma di promuovere un profondo cambiamento culturale. Sentire amiche, vicine e alleate le tecnologie ci consentirà di esplorarne le potenzialità. Il primo driver sono le passioni, il secondo la facilità d’uso, e il terzo le nuove possibilità aperte dalla tecnologia

Pubblicato il 07 Lug 2014

Felicia Pelagalli, Founder Culture srl

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Parte oggi il digital venice week, l’evento che guarda all’evoluzione digitale come la principale opportunità di sviluppo per l’Europa. Nel summit veneziano, che inaugura il semestre italiano di presidenza europea, un tema centrale e prioritario sarà quello delle “digital skill”: come sviluppare le competenze digitali dei cittadini.

E’ evidente che non si tratta solo di trasmettere delle abilità, un “saper fare”, ma di promuovere un profondo cambiamento culturale.

Quando ci approcciamo a qualcosa di nuovo, di sconosciuto, attiviamo immediatamente una serie di schemi emozionali di base che guidano la nostra lettura della realtà e, di conseguenza, il nostro comportamento. Sono schemi emozionali primitivi: amico-nemico (mi posso fidare della persona, dell’oggetto, della tecnologia, con cui entro in contatto?); dentro-fuori (appartenenza o estraneità?); grande-piccolo…

Sviluppare competenze digitali, dunque, passa innanzitutto attraverso la rappresentazione emozionale che ci costruiamo delle tecnologie e del loro uso. Sentirle amiche, vicine, nostre “alleate”, ci consentirà di esplorarne le potenzialità. Ma come?

Un primo driver è rappresentato dalle passioni, dagli interessi, dai bisogni, che abbiamo e che condividiamo all’interno di specifiche comunità di appartenenza. Un secondo aspetto è rappresentato dalla facilità d’uso: quanto apprendimento iniziale mi richiede l’entrare nel nuovo mondo? Facebook, ad esempio, è riuscito a superare le barriere anagrafiche e di competenza, diventando il social network utilizzato dal 70% degli italiani connessi, attraverso due fondamentali leve: il bisogno di socialità (la possibilità di rimanere in contatto con i propri amici, di ritrovarne di vecchi, di conoscerne di nuovi) e l’estrema semplicità nell’accedere, nello scrivere post, nel condividere foto.

Un terzo aspetto è rappresentato dalle possibilità, dalle opportunità, che la tecnologia offre. Quello che le tecnologie digitali stanno aggiungendo alle nostre vite è una sorta di “moltiplicazione”: di device, di attività, ma anche di tempo, di contatti e d’identità. Ogni giorno scegliamo quale dispositivo usare per leggere un giornale, giocare o per guardare la serie Tv preferita. I mille “mondi” accessibili con un semplice touch, ci danno la possibilità di reinventarci in tanti modi diversi, di moltiplicare i nostri interessi e di diversificare i modi con cui accediamo a essi. La sensazione di “empowerment”, di sentire di avere potere o sentire di essere in grado di fare, si amplia ulteriormente nel sentire di essere in grado di “essere”, nel sentire di poter esprimere la varie parti di sé.

La co-creazione è il nuovo paradigma del web 2.0 e dei social media. E la co-creazione è la chiave che dovrà guidare il processo di sviluppo delle competenze e delle comunità per costruire insieme percorsi di apprendimento.

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