Wind punta sul digitale per innovare il call center

Riqualificati 600 operatori nell’ambito del piano “in-house”. Sale: “La formazione qualificata permette di fornire servizi più evoluti di customer care”

Pubblicato il 05 Nov 2015

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Wind sceglie di puntare sul digitale. L’amministratore delegato Maximo Ibarra, al recente convegno EY di Capri, non a caso, aveva ricordato che “ le nuove tecnologie stanno cambiando i modelli operativi e di business delle aziende ed in particolare la relazione con i clienti”.

Ai tradizionali servizi di call center ed alla distribuzione fisica dei punti vendita, Wind affianca nuove soluzioni di gestione ed acquisizione della clientela che privilegiano il digitale. Tecnologia ritenuta “disruptive” poiché, secondo gli esperti, la sua applicazione determina un vero e proprio cambio delle logiche competitive insieme ad un profondo mutamento delle catene del valore.

Luciano Sale, direttore HR di Wind, conferma di aver “ individuato, d’intesa con le organizzazioni sindacali, un nuovo modello che ha garantito la salvaguardia dei posti di lavoro, la riduzione dei costi e, contemporaneamente, anche l’aumento della produttività”. E’ l’insourcing la parola chiave, cioè riportare all’interno della filiera produttiva aziendale alcune di quelle attività finora affidate a partner esterni. “Abbiamo puntato sullo sviluppo del digitale – spiega Sale – individuando, tra le attività gestite dai principali fornitori, quelle con contenuto professionale elevato e con significativo profilo dei costi. L’accordo che abbiamo raggiunto con i sindacati, continua il manager di Wind, ha previsto che queste attività fossero riportate “in house” attraverso un processo di riqualificazione delle risorse interne coerente con il cambio di ruolo ed i nuovi compiti assegnati”.

Formazione, training on the job e reskilling sono gli ingredienti che guidano questi cambiamenti organizzativi? “Si, esattamente. Oltre 600 colleghi sono stati coinvolti nei processi formativi – aggiunge Sale – e molti di loro hanno già iniziato, o inizieranno a breve, a svolgere altre attività, come supervisor di rete e di piattaforme IT, legate alla ‘rivoluzione digitale’ in atto. Un nuovo modello che innova i tradizionali canali di interlocuzione con i clienti, basati sulle classiche attività del customer care o sulle funzioni commerciali dei punti vendita”.

Decisivo in questo modello operativo il ruolo svolto dalle organizzazioni sindacali che, evidentemente, sono attente a non farsi cogliere di sorpresa dalle trasformazioni legate ai processi di innovazione digitale. “Possiamo affermare per questa ragione, conclude Luciano Sale, che l’accordo raggiunto è una sorta di benchmark per la nostra industry e siamo convinti che potrà ispirare nuove soluzioni anche in altri contesti produttivi”.

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