LA DECISIONE

Yahoo: no a spinoff della quota Alibaba, sì a “bad newco” delle attività Web

Niente spinoff della quota in Alibaba e “newco” per il business Internet. Marissa Meyer tenta di nuovo il tutto per tutto: ma rimane l’incognita su un’azienda ex pioniera del Web che (forse) non ha saputo reinventarsi nell’era degli smartphone

Pubblicato il 09 Dic 2015

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La partecipazione di Yahoo nel colosso cinese dell’e-commerce Alibaba Holding group non sarà ceduta. A deciderlo è stato il management della società statunitense, a causa dei timori degli azionisti sulla possibile imposizione di tasse per miliardi di dollari da parte delle autorità fiscali statunitensi. Il gruppo guidato da Marissa Meyer preferisce così concentrarsi sullo spin-off delle sue attività Internet e delle passività in una società di nuova creazione. Al termine del processo, che potrebbe richiedere diversi mesi prima di venire completato, ci sarebbero due società distinte ed entrambe quotate in Borsa.

La decisione di Yahoo segna un netto cambiamento delle strategie finora perseguite dal ceo Marissa Meyer, dopo la maratona di incontri del consiglio di amministrazione della scorsa settimana. Soddisfatte le richieste dell’investitore attivista Starboard Value LP, che tramite una lettera ha chiesto di abbandonare il progetto di scorporo per i troppi rischi impliciti e di cercare un acquirente per il business internet. Ma il primo colpo al progetto di cessione della partecipazione in Alibaba era arrivato a settembre, con la decisione dell’agenzia delle entrate statunitense di non concedere lo status di operazione esentasse all’iniziativa. Yahoo aveva comunque deciso di proseguire con gli approfondimenti sulla fattibilità del progetto.

Nato come motore di ricerca e poi cresciuto sempre più come colosso del Web, Yahoo non ha retto alla concorrenza di Google, e sta soffrendo negli ultimi mesi di una inarrestabile fuga dei top manager. La “cura” imposta alla società da Marissa Meyer non sembra così aver dato i risultati che ci si attendevano, mentre proprio dei top manager in corso da mesi ha messo la società nella condizione di correre ai ripari per provare ad arrestare il declino.

Tra i possibili acquirenti delle attività internet di Yahoo, intanto, nei giorni scorsi si era fatta avanti Verizon, per bocca del direttore finanziario del colosso delle tlc Usa, Fran Shammo: “E’ come per Aol – aveva detto riferendosi all’operazione da 4,4 miliardi di dollari portata a termine a inizio 2015 – prendiamo in considerazione qualsiasi cosa all’interno di questo spettro”.

La maggior parte della capitalizzazione di mercato di Yahoo è legata a due grandi asset asiatici: Yahoo Japan e il colosso dell’e-commerce cinese. Il portale statunitense detiene attualmente il 15% del capitale di Alibaba per un valore di 32 miliardi di dollari e il 35% di Yahoo Japan da 8,5 miliardi. Cassa e liquidità di breve termine hanno invece raggiunto alla fine del terzo trimestre un valore di 5,9 miliardi.

Nonostante le difficoltà societarie, comunque, Yahoo possiede alcuni dei siti più visitati e trafficati degli Usa. Secondo comScore, ad esempio, Yahoo Mail e Yahoo News sono per in terza posizione tra i siti internet in Usa con 210 milioni di visitatori a ottobre, alle spalle solo di Google e Facebook. Ma ad appesantire la situazione dell’azienda ci sono gli investimenti che non hanno finora fruttato ritorni sui video online, le tecnologie pubblicitarie e i software per la telefonia mobile. Tanto che la ceo Mayer aveva annunciato due mesi fa l’intenzione di adottare una nuova strategia per “resettare” il focus dell’azienda, affidando a McKinsey & Co. il mandato per valutare le alternative.

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