IL CASO

Penthouse molla il cartaceo. Anzi no

Falso allarme per lo spostamento del quartier generale della rivista da New York a Los Angeles

Pubblicato il 06 Feb 2016

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La notizia era rimbalzata rapidamente sui giornali di tutto il mondo, e altrettanto rapidamente è stata smentita: Penthouse, la storica rivista a luci rosse, chiude i battenti e rinuncia alla versione cartacea a partire dal numero di febbraio, facendosi all digital e commutando tutti gli abbonamenti al magazine in sottoscrizioni per il sito Internet.

È dovuta intervenire Kelly Holland in persona, vecchia gloria dell’industry e attuale numero uno di Penthouse Enterprises (gruppo Friend Finder), per precisare che il giornale, nonostante un focus sempre maggiore sulla parte on line, continuerà a essere pubblicato. All’origine del falso allarme ci sarebbe un fraintendimento del comunicato stampa con cui la società editrice annunciava lo spostamento del quartier generale della rivista da New York a Los Angeles (e il conseguente licenziamento di venti collaboratori), in aggiunta alle dichiarazioni del CFO Ezra Shashoua, che aveva sibillinamente fatto trapelare che il magazine sarebbe andato in stampa fino a che non fosse conclusa la transizione verso il digitale (fortemente voluta da Jonathan Buckheit, CEO di Friend Finder, che fonda il proprio business sui servizi di dating on line). Ma date precise, effettivamente, non erano mai state fornite. Parlando con USA Today, Holland ha ribadito: “Il nostro impegno per il magazine è sincero, senza contare che quella della pagina stampata è un’autorevolezza insostituibile”.

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