La moda italiana contro Alibaba: “Vende prodotti falsi, Renzi intervenga”

Indicam e Sistema Moda Italia scrivono al governo per chiedere di rivedere l’accordo di promozione del Made in Italy firmato con il colosso cinese nel 2014

Pubblicato il 10 Feb 2016

Andrea Frollà

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Le grandi griffe della moda italiana contro Alibaba e la vendita di prodotti contraffatti. Il colosso cinese dell’e-commerce è finito nel mirino delle nostre aziende che operano nel mondo del fashion per la presenza di oltre il 60% di merci finte, che replicano prodotti del fashion Made in Italy.

Indicam, l’istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione, e Sistema Moda Italia hanno condiviso una richiesta specifica indirizzata al governo italiano, chiedendo di rivedere l’accordo di promozione dei marchi italiani concluso nel 2014 con il portale fondato da Jack Ma. E in particolare di combattere la diffusione di merci contraffate sulla piattaforma, che secondo un rapporto del governo cinese sfiora il 60% di quelle reclamizzate.

I soggetti scesi in campo contro la società cinese sono tutt’altro che secondari, visto che Indicam e Sistema Moda Italia raccolgono circa 50mila imprese associate che danno lavoro a più di 400mila persone.

Per Alibaba, che da poco ha aperto propri uffici nel nostro paese e nel resto d’Europa, si tratta di un problema che esiste da tempo. A novembre 2014 l’agenzia di stato cinese Xinhua aveva pubblicato un rapporto secondo cui sono falsi 4 prodotti su 10 venduti su Alibaba. Sempre in tema di contraffazione, recentemente Jack Ma si è visto recapitare dal gruppo Kering, proprietario di grandi marchi come Gucci, Bottega Veneta e Yves Saint Laurent, una denuncia per violazione della proprietà intellettuale.

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