Industria 4.0 chance imperdibile per l’Italia, gli esperti: “Politica aiuti mercato dei capitali”

In audizione alla Camera le società di consulenza. Crapelli (Roland Berger): “Non si tratta di usare capitale pubblico ma di favorire gli investimenti”. Giuseppe Falco (Bcg): “Per i finanziamenti puntare sulle università”

Pubblicato il 16 Feb 2016

Federica Meta

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Industria 4.0 opportunità imperdibile per l’Italia. A dirle due delle maggiori società di consulenza, Roland Berger e Boston Consulting Group in audizione davanti la commissione Attività Produttive della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva avviata da Montecitorio.

“Auspichiamo che ci si renda conto che Industry 4.0 verrà da sé, gli imprenditori riusciranno a modificare il loro modo di fare affari, ma sono necessari mercati di capitali adeguati, altrimenti le banche o l’autofinanziamento non consentiranno da soli alle imprese di adottare questo cambiamento – ha sottolineato Roberto Crapelli, Ad di Roland Berger – Non si tratta di usare capitale pubblico ma di favorire questi investimenti grazie anche alla spinta delle istituzioni”. Per aiutare le imprese ad affrontare la rivoluzione industriale dell’innovazione,: “l’Europa dovrà mettere 60 miliardi di euro l’anno in più”, ha puntualizzato Capelli. Per l’esperto “Non è una cifra impossibile per l’Europa”, ha evidenziato l’esperto, aggiungendo che la stima per l’Italia è di “5-6 miliardi l’anno, non è impossibile in confronto ai normali investimenti industriali che si attestano tra i 20 e i 25 miliardi”.

Le aziende – secondo il rappresentante di Roland Berger – “sono sottocapiltalizzate, ma se facciamo un minibond dobbiamo far sì che la banca possa venderlo a qualcuno. Lo Stato non deve mettere niente, ma deve creare strumenti che facciano trovare attraenti questi investimenti“, ha concluso Crapelli.

Per l’Ad di Boston Consulting Group, Giuseppe Falco, l’Industria 4.0, “rappresenta non solo un percorso obbligato, ma anche una grande opportunità di sviluppo per le imprese italiane”. “Industry 4.0 genera posti di lavoro nelle economie industriali e per l’Italia è un fattore strategico a cui ci dobbiamo preparare per non essere travolti” ha aggiunto Falco, specificando che alla luce della competitività italiana, “non è solo sfida da cogliere, ma un’opportunità abbastanza mirata al sistema italiano, non è coinvolta infatti solo la manifattura, ma anche l’agroalimentare, il turismo e la moda che sono strategici per il nostro paese”.

Sul finanziamento delle imprese che saranno coinvolte da Industria 4.0 “in Italia, bisogna puntare sulle Università, la piccole imprese da sole possono fare dei pezzettini ma bisogna trovare dei punti di aggregazione”, ha sottolineato. Riguardo invece alla sfida occupazionale, “una delle competenze fondamentali da sviluppare è quella di essere capaci di interconnettersi col mondo”, ha aggiunto Falco, specificando che si tratta “di una cosa che ha conseguenze importanti sul sistema educativo che deve formare persone capaci di integrarsi col mondo capendo dinamiche industriali e tecnologiche”.

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