CYBERSECURITY

Allarme cryptolocker, nasce il sito anti-malware

Il portale gestito da Achab punta a raccogliere e condividere le informazioni sui virus che bloccano i Pc e chiedono il riscatto. Obiettivo: capire come prevenire e affrontare le minacce

Pubblicato il 22 Mar 2016

A.S.

cybersecurity-150826152826

Un portale Internet per dare la possibilità ai professionisti del settore e ai singoli utenti di condividere le informazioni su Cryptolocker, Cryptowall e Cryptovirus, e di capire come sia possibile prevenire o affrontare la minaccia del malware che bloccano i dati sui Pc e chiedono un riscatto in bitcoin. A dare vita al sito “www.cryptolocker.it” è Achab, società specializzata nello scouting e nell’introduzione in Italia di soluzioni IT innovative. “Il numero delle persone e delle aziende che hanno subito attacchi è in continua crescita – spiega l’azienda in una nota – rappresenta un fenomeno preoccupante”.

I contenuti pubblicati sul portale sono selezionati e realizzati dal team Achab “con l’idea – continua la nota – di mettere la propria esperienza a servizio dei partner e di tutti coloro che si sono trovati o si troveranno a dover gestire questa tipologia di attacchi”. All’interno del sito gli utenti troveranno informazioni e novità sui su CryptoLocker, CryptoWall e CryptoVirus, soluzioni tecniche, metodi di prevenzione, pareri legali e tutto quanto ruota intorno a questo tipo di malware.

L’unica risorsa per gestire questi virus è rappresentata dalla prevenzione – spiega Andrea Veca, ceo di Achab, azienda che negli ultimi mesi ha rafforzato il proprio impegno nel campo dell’educational, anche attraverso webinar e podcast – Vogliamo mettere a disposizione di fornitori di servizi IT, professionisti e utenti finali un portale attraverso il quale far circolare più informazione possibile per diffondere cultura e prevenzione”.

Proprio rispetto all’allarme Cryptolocker nelle scrose settimane Fabiola Silvestri, primo dirigente della Polizia di Stato, dirigente del compartimento Polizia postale e delle comunicazioni della Campania, aveva spiegato in un’intervista a CorCom come non cadere nella trappola del malware, sottolineando che non bisogna mai pagare il riscatto chesto dai cybercriminali: “Nel 99% dei casi gli hacker, una volta ricevuto il riscatto, non inviano alle vittime le chiavi di decriptaggio dei file. E poi se si paga si incoraggia e si alimenta la diffusione di questi ricatti”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!