IL DIBATTITO

Obama: “Tracciare i dati contro il terrorismo”

Mentre le autorità europee si preoccupano per la sorveglianza massiccia Usa sui dati il presidente Usa ad Hannover invita allo scambio costante tra agenzie governative: “L’America ha a cuore la privacy degli europei”

Pubblicato il 26 Apr 2016

Patrizia Licata

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La visita in Germania fornisce al presidente americano Barack Obama l’occasione ideale per inserirsi nel dibattito transatlantico sullo scambio di dati e sul delicato tema del rispetto del diritto alla privacy contro le “necessità” di sorveglianza delle agenzie di intelligence. Obama ha sottolineato l’importanza che i partner europei forniscano accesso costante, per le forze di polizia, ai dati che permettono di condurre un’efficace lotta al terrorismo, proprio mentre i paladini europei della privacy chiedono di mettere più paletti contro gli occhi indiscreti del governo Usa.

“Voglio dire questo ai giovani che danno grande valore alla loro privacy e passano molto del loro tempo sui device mobili: la minaccia del terrorismo è reale”, ha dichiarato Obama in un discorso tenuto alla fiera industriale Hannover Messe. “Ho lavorato per riformare i nostri programmi di sorveglianza perché rispettino la legge e i nostri valori, tra cui la privacy, e questo include la privacy di chi vive fuori dagli Stati Uniti”.

Il messaggio del presidente americano arriva proprio mentre l’Europa stringe il controllo sulle modalità con cui colossi internazionali del web come Google e Facebook e le agenzie governative e di intelligence americane, come la Nsa, gestiscono i dati digitali: comunicazioni mobili, sui social media, ricerche online, transazioni dell’e-commerce, e così via.

“Chi vuole fare affari in Europa, deve rispettare le nostre regole”, ha detto Viviane Reding, ex commissario Ue alla Giustizia, oggi membro del Parlamento europeo, a una conferenza sulla privacy a Berlino. Per la Reding, che è la principale autrice della nuova legge sulla protezione dei dati dell’Ue che entrerà in vigore dal 2018, tutte le aziende, di tutti i Paesi, devono adeguarsi.

Il New York Times sottolinea la severità della normativa europea, dalle pesanti multe per le aziende che non rispetteranno i requisiti al rispetto del diritto all’oblio fino alla posizione critica espressa dai Garanti privacy europei sul nuovo Privacy Shield che regola lo scambio trans-atlantico di dati e che non soddisfa le autorità nazionali preoccupate dal monitoraggio massiccio e invasivo delle agenzie governative americane.

Queste ultime, però, dal dipartimento del Commercio Usa alla Federal Trade Commission, sostengono di controllare attivamente l’accesso delle aziende private ai dati digitali dei cittadini. Gli enti del governo Usa dicono che le protezioni americane per la privacy – comprese quelle garantite dalla Costituzione degli Stati Uniti – spesso offrono più salvaguardie delle regole previste da altre giurisdizioni, Europa compresa.

“Abbiamo a cuore la privacy degli europei, non solo quella degli americani”, ha assicurato Obama ad Hannover.

Anche nelle istituzioni europee molti riconoscono che esistono somiglianze tra le regole Ue sulla privacy e quelle americane, ma ci sono anche importanti differenze e queste vanno appianate per un’efficace supervisione del modo in cui i colossi del web usano i dati su scala mondiale.

“Il mondo digitale è globalizzato”, ha affermato Giovanni Buttarelli, Garante europeo della protezione dei dati, alla conferenza di Berlino sulla privacy: “Anche la protezione dei dati dovrebbe essere globalizzata”.

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