DIGITAL SINGLE MARKET

I diritti del calcio e dei film bloccano la Schengen digitale

Marcia indietro della Commissione Ue sullo “zero geoblocking” spinto da Ansip. Lo rivela Handesblatt pubblicando la bozza di legge che esclude dalla libera circolazione i servizi audiovisivi e le trasmissioni fornite in base a licenze territoriali esclusive, come gli eventi sportivi. Addio “portabilità totale” dei contenuti digitali?

Pubblicato il 13 Mag 2016

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La Commissione europea avrebbe modificato la sua strategia sul geoblocking, ammorbidendo la posizione precedente che prevedeva un divieto per tutti i servizi digitali di bloccare l’accesso ai contenuti a livello trans-frontaliero. Secondo quanto riporta il quotidiano tedesco Handelsblatt, la Commissione avrebbe preparato una bozza di legge che include delle eccezioni al divieto di geoblocking, in particolare per i servizi audiovisivi. La modifica sarebbe stata inserita dopo le accese proteste dell’industria ma sono previste deroghe anche per altri servizi.

La bozza della nuova Regulation dovrebbe essere ufficialmente rilasciata tra due settimane, ma il documento riservato di 34 pagine trapelato su Politico e cui fanno riferimento sia Handelsblatt sia il sito TorrentFreak rivela che servizi come Netflix non saranno soggetti al divieto sul geoblocking. Una probabile delusione per i consumatori di audio-video, che spesso hanno accesso su Internet a set di contenuti diversi a seconda del paese da cui si connettono al servizio online. Gli utenti di Netflix spesso si sono lamentati che gli abbonati Usa hanno a disposizione una ricchezza e varietà di video che non è offerta negli altri paesi. Molti ricorrono all’uso delle Vpn per aggirare l’ostacolo, ma Netflix ha annunciato di voler bloccare questo tipo di accesso.

Nel documento trapelato si dice che lo scopo della Commissione è “assicurare la massima certezza legale per trader e clienti” e quindi “i servizi non economici di interesse generale, i servizi di trasporto, i servizi audio-visivi, le attività di gambling, i servizi sanitari e alcuni servizi sociali” sono esclusi dalla nuova Regulation. Ancora, si legge, “I servizi audio-visivi, inclusi i servizi la cui caratteristica primaria è la fornitura di accesso alla trasmissione di eventi sportivi e che sono forniti sulla base di licenze territoriali esclusive, sono esclusi dall’ambito di questa Regulation”.

Finora la Commissione europea si era dichiarata fermamente contraria a queste politiche di segmentazione nazionale dell’utenza online, considerate l’antitesi dello spirito e degli obiettivi del Digital Single Market; ancora a dicembre l’esecutivo Ue proponeva di includere il divieto di geoblocking per i servizi di streaming all’interno della riforma del copyright.

“Vogliamo garantire la portabilità dei contenuti da un paese all’altro: le persone che legalmente comprano film, libri, partite di calcio o serie Tv devono poterle vedere in qualunque paese d’Europa”, aveva detto Andrus Ansip, vice presidente per il Digital Single Market. Ora la Commissione sembra essere più propensa ad ascoltare gli interessi dei detentori del copyright che non dovranno riscrivere i loro accordi di licensing. A fine gennaio i risultati preliminari della consultazione della Commissione sul geoblocking avevano mostrato che, mentre i consumatori sono in grande maggioranza favorevoli all’abolizione, le aziende sono fortemente contrarie a quella che vedono anche come una limitazione della libertà contrattuale.

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