Le chip card ostacolano l’e-payment. La soluzione sarà lo smartphone?

Altro che velocizzazione delle procedure: per portare a termine un’operazione di acquisto servono in media 13 secondi, il doppio rispetto alle card con banda magnetica. Solo l’uso dei cellulari consentirà la vera rivoluzione

Pubblicato il 03 Ago 2016

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Pagare con le carte di credito con chip (introdotte negli Stati Uniti solo da ottobre scorso) fa perdere preziosi secondi alla cassa? Il futuro è lo smartphone, scrive oggi in un commento il Wall Street Journal. A conti fatti, il sistema della carta di credito o debito con chip richiede in media 13 secondi contro i 6 del passaggio della banda magnetica o, meglio ancora, del mobile payment. E se si calcolano due acquisti al giorno, in un anno si evitano di passare 85 minuti di troppo alle casse dei negozi.

“Sono le banche, le società che emettono le carte di credito, i negozi, gli intermediari che elaborano i pagamenti, i produttori dei terminali e altri attori che hanno creato questa catastrofe al momento del checkout”, scrive il WSJ.

Gli Usa, in ritardo rispetto ad altri paesi, stanno effettuando il passaggio alle carte di credito con chip, molto più sicure rispetto al semplice uso della banda magnetica. Ma molti lo considerano un disastro: per i negozianti si tratta di aggiornare i terminali, mentre per gli utenti subentra la difficoltà di un sistema meno familiare e non ancora accettato capillarmente. Infatti, solo il 28% dei merchant si è davvero attrezzato per far pagare con la carta con chip, nonostante i negozianti siano responsabili di eventuali frodi dovute all’uso della banda magnetica, la cui trasmissione dati è più facilmente intercettabile dagli hacker. Ma la transazione è più lunga e tanti merchant preferiscono rischiare pur di evitare le code.

Per il WSJ però questo è solo il primo passo verso l’uscita di scena definitiva delle carte, che saranno ben presto sostituite dallo smartphone: “Se il negozio dà la scelta tra chip e smartphone, lo smartphone è da preferire sempre”. Apple Pay, Samsung Pay e Android Pay sono veloci almeno il doppio dell’uso della carta con il chip, a volte bastano solo 4 secondi per concludere la transazione. Il sistema è anche più sicuro grazie all’utilizzo dell’impronta digitale o Pin. In altri paesi ci sono ovviamente le carte col chip e il Pin, ma negli Stati Uniti le banche non hanno adottato il doppio sistema di sicurezza temendo anche qui la rivolta di consumatori e negozianti, visto che si allungano le attese alle casse.

I pagamenti mobili negli Usa non sono capillari ma sono sempre più diffusi, in particolare per quel che riguarda l’accettazione della tecnologia near-field communication (Nfc) che è l’unica valida per Apple Pay e Android Pay. Il grande beneficio portato dal fatto che i negozianti devono aggiornare i loro terminali in modo da accettare le carte con chip è che lo stesso hardware può servire per supportare i pagamenti mobili, nota Randy Vanderhoof, direttore di U.S. Payments Forum, che ha guidato la transizione negli Usa. Il problema è che prima occorre per i negozianti certificarsi per accettare le carte con chip e poi si può passare all’implementazione dei pagamenti mobili. Ma il WSJ non ha dubbi: lo smartphone sarà presto l’unica “carta” usata dagli americani.

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