STRATEGIE

Utili e ricavi in picchiata per Prada: avanti sul digitale per invertire la rotta

Il semestre si è chiuso con fatturato in calo del 14,8% a 1,54 miliardi mentre i profitti si attestano a quota 141,9 milioni contro i 188,6 milioni dell’anno precedente. Il gruppo punta tutto sull’e-commerce e sulla customer experience

Pubblicato il 29 Ago 2016

F.Me

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Prada punta al rilancio col digitale. Il gruppo ha confermato il periodo di crisi con un semestre al 31 luglio che si è chiuso con un calo del 14,8% dei ricavi a 1,54 miliardi di euro, contrazione superiore a quella stimata dal consenso FactSet a 1,648 miliardi. In flessione l’ebitda a 329,9 milioni, -25% a fronte di una previsione del consenso a 328 milioni, il relativo margine, sceso dal 24% di giugno 2015 al 21%, e l’ebit a 213,7 milioni (-27,1%).

E’ sceso rispetto al primo semestre 2015 anche il margine ebit dal 16% al 14%, percentuale che ha comunque visto un sostanziale miglioramento dal primo al secondo trimestre dell’anno, salendo dal 6% al 19%, per effetto della riduzione delle spese operative. Ha seguito l’andamento debole l’utile netto, ammontato a 141,9 milioni contro i 188,6 milioni del pari periodo del 2015, valore che si rivela inferiore ai 126 milioni previsti alla vigilia dal consenso degli analisti. Il gruppo ha generato un flusso di cassa operativo per 267 milioni, mentre la posizione finanziaria netta è stata pari a -246 milioni, in miglioramento di 12 milioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nonostante il pagamento del dividendo (281 milioni di euro).

Analizzando i singoli canali, il segmento retail ha sofferto un calo tendenziale del 16%, a cambi costanti, a 1,277 miliardi di euro, peggioramento a cui hanno contribuito la quasi totalità delle aree geografiche. Il mercato europeo ha segnato un -18% a seguito dei ridotti flussi turistici, con Russia e Regno Unito che hanno riportato, invece, una crescita organica dei ricavi, mentre l’America ha registrato un -15% al quale si contrappone l’andamento in Messico e in Brasile. Per quanto riguarda l’Asia-Pacifico, la contrazione è stata del 18%, con dei flebili segnali di miglioramento giunti dal mercato cinese a partire da luglio, mentre il Giappone, dopo diversi anni di crescita, ha sofferto un -9%. In linea con i risultati dello scorso anno, infine, il Medio Oriente.

Sul fronte wholesale, invece, i ricavi si sono attestati allo stesso livello dello scorso anno a 253 milioni grazie alle nuove collaborazioni con le piattaforme di shopping online, mentre il comparto licenze ha registrato un fatturato a 25 milioni, in crescita grazie al +8% di occhialeria e profumi. Una prima parte dell’anno difficile, dunque, per la casa di moda pronta ad affrontare a testa alta le sfide che le si pongono davanti: “Grazie alla realizzazione della prima fase di ristrutturazione di alcuni processi operativi e manageriali, con il lancio di varie iniziative che permetteranno al gruppo di rispondere rapidamente alle nuove richieste di un mercato in rapida evoluzione, vedo in quest’anno un punto di svolta”, ha commentato il ceo, Patrizio Bertelli.

Il top manager ha fatto particolare riferimento a tre punti chiave: la graduale estensione della piattaforma e-commerce con l’obiettivo di raggiungere una copertura globale entro due anni; la ridefinizione dell’offerta per un miglior adattamento alle necessità dei singoli mercati e la costante revisione del canale di punti vendita che comprende l’abbandono di aree non strategiche a favore di aperture su mercati più promettenti. Secondo il ceo, “il gruppo tornerà a crescere, puntando sul valore che ha reso l’azienda Prada iconica: la qualità, l’innovazione e la capacità di seguire le tendenze e interpretarle”.

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