LE TASSE AGLI OTT

Caccia ai conti di Apple. Paese per Paese

La Commissione Ue: “Meno carico per l’Irlanda se gli altri Stati imponessero più tasse. Possibile il ricalcolo degli introiti realizzati dalla multinazionale negli altri Paesi”. Il documento diffuso da Bruxelles mette nel mirino lo schema societario e i meccanismi fiscali utilizzati dalle due società di Dublino

Pubblicato il 30 Ago 2016

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In linea di principio, le norme sugli aiuti di Stato richiedono che gli aiuti di Stato illegittimi vengano recuperati in modo da eliminare la distorsione di concorrenza creata dagli aiuti. Non sono previste sanzioni, secondo le norme Ue sugli aiuti di Stato, e il recupero non penalizza la società in questione: viene semplicemente ripristinata la parità di trattamento con le altre società.

La Commissione ha esposto nella sua decisione la metodologia per calcolare il valore del vantaggio competitivo indebito goduto da Apple. In particolare, l’Irlanda deve riassegnare a ogni filiale tutti i profitti delle vendite in precedenza assegnate indirettamente alla “sede” di Apple Sales International e Apple Operations in Europa, e applicare la normale tariffa fiscale in Irlanda su questi profitti riassegnati.

La decisione non chiede la riallocazione di nessun margine di interesse delle due società che possono essere associate alle attività della “sede centrale”.

La Commissione può solo ordinare il recupero di aiuti di Stato illegali per i dieci anni precedenti la prima richiesta di informazioni, che risale in questo caso al 2013. L’Irlanda deve quindi recuperare da Apple l’imposta evasa per il periodo 2003-2013 che ammonta fino a € 13 miliardi di euro, oltre interessi agli. Circa 50 milioni di euro in tasse non pagate si riferiscono all’assegnazione indebita di utili alla “sede” di Apple, Operations Europa. Il resto deriva dalla ripartizione degli utili indebita alla “sede” di Apple Sales International. Il periodo di recupero termina nel 2014, dal momento che Apple ha cambiato la propria struttura in Irlanda a partire dal 2015 e la sentenza del 2007 non si applica più.

La quantità di tasse non pagate da recuperare da parte delle autorità irlandesi sarebbe ridotto se gli altri paesi dovessero richiedere ad Apple di pagare più tasse sugli utili registrati da Apple Sales International e Apple Operations Europe per questo periodo. Questo potrebbe essere il caso se ritengono, in base alle informazioni rivelate attraverso l’indagine della Commissione, che i rischi commerciali di Apple, le vendite e le altre attività avrebbero dovuto essere registrate nella loro giurisdizione. Questo è perché gli utili imponibili di Apple Sales International in Irlanda sarebbero ridotti se i profitti sono stati registrati e tassati in altri paesi, invece di essere registrato in Irlanda.

La quantità di tasse non pagate da recuperare da parte delle autorità irlandesi sarebbe anche ridotto se le autorità statunitensi avessero chiesto ad Apple di dirottare maggiori quantità di denaro nella società madre statunitense per finanziare attività di ricerca e sviluppo. Attività che sono condotte da Apple negli Stati Uniti per conto di Apple Sales International e Apple Operations Europe.

Ma come funziona il meccanismo fiscale utilizzato dal colosso di Cupertino che secondo la Commissione Ue è valso 13 miliardi di tasse non pagate? Cos’è il tax ruling citato dalla Commissaria Vestager? Le domande che animano il dibattito intorno alla sanzione decisa da Bruxelles nei confronti della società guidata da Tim Cook non mancano affatto. Dagli accordi con Dublino alle due società di diritto irlandese, passando per la tassazione dei profitti. Un quadro complicato che la stessa Unione Europea spiega nel comunicato di annuncio della decisione contro Apple.

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