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Più investimenti e spinta sul 5G, Juncker svela il Piano telecom

Strategia europea per attrarre risorse nelle infrastrutture digitali: regolamentazione light per chi investe, action plan per 5G e wi-fi. Giro di vite per gli Over the top. Attesi benefici per 910 miliardi e 1,3 milioni di posti di lavoro entro il 2025

Pubblicato il 14 Set 2016

Patrizia Licata e Andrea Frollà

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Accesso alla connessione ultra-veloce per tutti i driver socio-economici come scuole, università, centri di ricerca, hub di trasporto e amministrazioni pubbliche. Connettività di almeno 100 Mbps in ogni abitazione, anche rurale. Aree urbane, strade e stazioni coperti dal 5G, da portare sul mercato di almeno una metropoli di ogni stato dell’Unione a partire dal 2020.

Sono questi i tre obiettivi-pilastro del piano telecom, presentato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker in occasione del discorso 2016 sullo stato dell’Unione Europea. L’organo esecutivo comunitario punta in alto con un programma di iniziative indirizzato alla riscrittura delle regole del mercato tlc, all’aumento della competitività del settore e all’incoraggiamento degli investimenti nei network ad alta capacità di connessione.

“Dobbiamo essere connessi. La nostra economia ne ha bisogno. La gente ne ha bisogno. Dobbiamo investire in connettività ora” ha dichiarato il Presidente. E per preparare il futuro digitale dell’Europa, ecco appunto le proposte dell’esecutivo Ue sulla revisione delle regole per il settore delle telecominicazioni, il tanto atteso pacchetto telecom.

Per centrare questi obiettivi la Commissione propone meno lacci regolamentari per chi investe. Va in questo senso il nuovo European Electronic Communications Code che include “regole semplificate” che devono facilitare gli investimenti privati in infrastrutture in tutta l’Ue, con un effetto benefico previsto per l’economia dell’Unione pari a 910 miliardi di euro e 1,3 milioni di posti di lavoro in più entro il 2025. In aggiunta al codice per le comunicazioni elettroniche, la Commissione ha presentato un action plan per l’implementazione del 5G in tutta l’Ue a partire dal 2018. Altra iniziativa chiave è WiFi4EU per aiutare le amministrazioni cittadine dell’Ue a offrire punti di accesso wifi gratuito ai residenti.

Il nuovo European Electronic Communications Code è disegnato per permettere all’Europa di raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi di connettività, spiega la Commissione. Saranno necessari investimenti per 500 miliardi di euro in dieci anni, che dovranno arrivare per lo più dal settore privato, ma mancano all’appello 155 miliardi, calcola Bruxelles. Ecco dunque i punti chiave del Codice che cerca di stimolare gli investimenti con regole modernizzate per l’era digitale.

Proprio rispetto agli investimenti, la Commissione lancerà a fine anno un Fondo europeo broadband che combinerà investimenti pubblici e privati, supportando lo sviluppo dei progetti per banda larga in tutta l’Unione. Occorrerà, spiega Bruxelles, creare in Ue più concorrenza e prevedibilità per gli investimenti: le nuove regole mirano a dare certezza sui ritorni di lungo periodo tramite un quadro regolatorio stabile che appiani le differenze tra i diversi paesi Ue. La regolazione di mercato sarà applicata caso per caso: sarà più forte se occorre proteggere l’interesse dell’utente finale ma non sarà applicata, per esempio, se operatori rivali co-investono in reti ultra-veloci e si aprono alla partecipazione di player più piccoli. Il nuovo Codice chiede inoltre ai regolatori nazionali di mappare gli investimenti previsti dagli operatori, concedendo inoltre alle authority più poteri per agire contro chi devia dalle intenzioni dichiarate nelle differenti aree.

Secondo elemento è un utilizzo migliore dello spettro radio, anche qui per ridurre le differenze nelle pratiche regolatorie dei diversi Paesi Ue. Il Codice propone licenze di lunga durata e requisiti di utilizzo efficiente delle frequenze. Si chiede anche di armonizzare i tempi di rilascio delle frequenze tra i vari membri Ue.

Altri punti inseriti nel codice sono una più solida protezione del consumatore, per esempio rendendo più facile cambiare provider anche quando si è abbonati a pacchetti con più servizi (telefonia, Tv, Internet, ecc.), e la creazione di un ambiente online più sicuro per gli utenti e con regole uguali per tutti i player: nel pacchetto telecom ci sono specifiche norme che vengono estese ai nuovi attori del mondo Internet “che offrono servizi equivalenti a quelli degli operatori tradizionali”, indica la Commissione. Il riferimento è a Skype, Whatsapp ecc. Il primo obiettivo di tale estensione delle norme agli Over the top è che queste aziende rispettino i requisiti dell’Ue in termini di sicurezza.

Infine, come parte di queste proposte legislative, la Commissione chiede di rafforzare il ruolo dei regolatori telecom nazionali e del Berec per garantire un’applicazione omogenea e prevedibile delle regole su tutto il Digital Single Market, ovviando all’attuale frammentazione. La Commissione “conta sul Parlamento e sul Consiglio d’Europa perché diano l’avallo a questi ambiziosi obiettivi” presentati dall’esecutivo e “adottino le proposte legislative il prima possibile, cosicché gli europei possano beneficiare a pieno delle opportunità digitali”.

Senza network di comunicazione di prima classe non potrà esistere alcun Mercato unico digitale. Abbiamo bisogno di connettività che le persone possano permettersi e usare anche in mobilità – commenta Andrus Ansip, vicepresidente per il Digital single market -. Per centrare questo obiettivo, le politiche sullo spettro devono essere coordinate in modo migliore nell’Unione europea. Più competizione e integrazione del mercato europeo ci aiuterà a vincere queste sfide e favorire un buono sviluppo dell’ecosistema che nascerà dal nuovo Codice”.

Ansip torna poi sul dietrofront di Juncker sul fair use del roaming: “Avevamo fatto una proposta che copriva il 99% dei casi di roaming in Europa, ma non era abbastanza, dobbiamo coprire il 100% dei casi“. Secondo il commissario “non è una questione semplice o bianco o nero, ma è un esercizio piuttosto complicato anche perché ci sono due minoranze di blocco, una dei Paesi del Nord” che hanno prezzi più bassi e rischiano di vedersi acquistare sim per essere utilizzate in roaming in Paesi più cari, e una dei Paesi del Sud che devono costruire infrastrutture per soddisfare i bisogni creati dai turisti durante l’estate ma che non possono rientrare dei costi duranti l’inverno”. La sfida, aggiunge, è “evitare gli abusi“.

Günther H. Oettinger, commissario per la Digital economy and society, aggiunge: “La connessione è il prerequisito chiave per il futuro digitale dell’Europa: IoT, digitalizzazione dell’industria, cloud e big data hanno bisogno di sicurezza e le migliori velocità e qualità possibili”. Sul 5G, prosegue Oettinger, l’Europa “ha l’ambizione di guidare lo sviluppo delle nuove reti” ed è il momento di “andare verso la gigabyte society e assicurarci che tutti i cittadini europei, in campagna o in città, possono avere a disposizione connessioni di qualità”.

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