Digitale per la crescita, per la PA cambio di marcia culturale

Convegno Noovle “Strategie per la crescita digitale del Sistema Paese”: semplificazione, interoperabilità, visione customer-centric e competenze. Dev’essere questo il faro per una Pubblica amministrazione rinnovata

Pubblicato il 28 Set 2016

Patrizia Licata

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Il convegno “Strategie per la crescita digitale del Sistema Paese”, tenutosi oggi a Roma, promosso da Noovle, con CorCom come media partner, ha fatto incontrare tutti i principali attori coinvolti nel processo di innovazione. Una prima parte del dibattito ha riunito i protagonisti del mondo PA (Prima Sessione “Agenda Digitale e servizi al cittadino: il percorso di trasformazione della PA”, moderata da Sabrina Sansonetti, Business Executive Noovle).

Alessandro Delli Noci, Assessore all’Innovazione Comune di Lecce, Coordinatore nazionale del gruppo “Agenda Digitale: piattaforme abilitanti” in Anci: “La crescita digitale in Italia non decolla perché facciamo riforme che non vengono attuate e creiamo riforme per aziende e tecnologi ma non per la PA, che tende a rispondere alle regole ma non ancora a pensare in digitale. La PA va accompagnata verso l’innovazione investendo in competenze e facendo entrare il mondo esterno nella PA. La strategia per l’innovazione deve anche tenere conto delle frastagliate esigenze dei oltre 7.000 Comuni italiani. Spid parte a rilento? C’è anche un errore di pianificazione: prima di fare Spid andava fatta la mappatura dei servizi”.

Sante Dotto, Direttore Progetti per la PA di Consip: “Le eccellenze nella PA ci sono, ma occorre capitalizzarle per creare una visione di sistema, che ancora è carente. Anbiamo bisogno di semplificazione nella PA per spingere l’innovazione: snellire i passaggi e rendere i servizi della PA più fruibili per l’utente. La PA deve superare la frammentazione dei sistemi informativi e la scarsa interoperabilità tra sistemi. Italia Login è una grande opportunità”.

Andrea Lisi, Presidente Anorc Professioni: “Bene l’approvazione del nuovo CAD per l’amministrazione digitale, ma si poteva fare di più in termine di semplificazione: non possiamo perderci nei dettagli tecnici e normativi, ci addormentiamo e non andiamo avanti. Non si fa innovazione con le norme, le norme devono leggere il cambiamento e non inseguire la tecnologia. Mi sorprende che tra le poche norme eliminate ci sia quella, fondamentale, sulla sicurezza informatica e mentre si invoca il mantra del digital fast si tira il freno con la sospensione del DPCM 13 novembre 2014. Altra pecca: si dice che i cittadini hanno diritti digitali, ma i cittadini lo sanno?”

Giovanni Manca, Presidente Anorc: “Tanti gli strumenti per il digitale varati in Italia ma c’è da chiedersi se non sia stata violata la fondamentale regola dell’unicità dello strumento che vale in informatica: unificare e semplificare dovrebbe essere la priorità. I servizi Google funzionano così bene proprio perché hanno un comun denominatore. La cultura digitale in Italia è spesso intermediazione, e questo introduce ridondanze e complicazioni; invece noi abbiamo bisogno di cose che servono, che funzionano e sono utili”.

Flavia Marzano, Assessora a Roma Semplice, Roma Capitale: “Il digitale è una grande sfida per la Capitale, con i suoi 2,9 milioni di abitanti, 3,5 anziani per ogni bambino, e 15 municipi che sono ciascuno come una città. Roma Semplice vuol dire far entrare Roma nei piani nazionali, coinvolgere il mondo della PA romana che conta 50mila dipendenti facendo percepire il digitale non come automazione ma collaborazione, realizzare una copertura di banda larga capillare e anche promuovere la cooperazione intercomunale. Faremo l’Agenda Digitale di Roma Capitale, lo sportello unico come Urp anche su web con chat e video chat, servizi di egov. Roma smart city e amministrazione trasparente con gli open data sono nel nostro programma”.

Eugenio Prosperetti, Avvocato e Docente Luiss: “L’identità digitale è la base della crescita digitale in italia ma oggi ancora si procede nel caos e l’identificazione elettronica non viene riconosciuta come strumento valido, come è, da tutti. Eppure identificare il cittadino online è la base perché tutte le attività socio-economiche si possano svolgere online”.

Francesco Sacco, docente strategia aziendale Università dell’Insubria e SDA Bocconi: “L’economia e l’export mondiale hanno conosciuto un boom con l’avvento di Internet e alcuni paesi, la Germania in testa, hanno saputo sfruttare al massimo il vantaggio della digitalizzaione. Il nostro export e la nostra economia invece non hanno fatto leva su queste opportunità, è come se l’Italia avesse una sbarra all’ingresso; siamo sì il 10mo esportatore del mondo ma il Pil non cresce perche non riusciamo ad agganciarci al treno di tecnologia e internet. Questo vale per la PA, per le imprese e tutto il paese. Una soluzione è la RegTech: usare la tecnologia per semplificare la regolazione e la vita di imprese e cittadini”.

Cristiano Radaelli, Presidente Anitec: “L’Italia ha bisogno di un cambio di prospettiva, deve mettere il cittadino al centro delle strategie, perché è il cittadino la chiave per la crescita digitale. I colossi di Internet e gli OTT hanno grande successo perché sono concentrati sul creare una customer experience ottimale. Il cambio culturale è fondamentale, insieme alla formazione di competenze, anche nelle nuove generazioni: non basta saper navigare il web o usare i social”

Giorgio Rapari, Presidente Assintel: “L’educazione digitale deve essere un asset abilitante per la crescita digitale del nostro paese. Pubblico e privato devono incontrarsi in modo più efficace e le imprese dell’Information Technology abbracciare a pieno la trasformazione digitale, cogliendo il ruolo che questo settore ha nel promuovere il cambiamento culturale e contribuire al rilancio di tutto sistema paese”.

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