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Piacentini in carica: “Una startup a Palazzo Chigi per trasformare l’Italia”

Arrivato il Dpcm che ufficializza la nomina del senior Vp di Amazon a commissario per il digitale per due anni: “Voglio un Paese senza certificati”. Nella sede del governo un team di giovani specialisti

Pubblicato il 30 Set 2016

Federica Meta

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Diego Piacentini è ufficialmente il Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale. L’incarico durerà due anni e sarà pro bono. Ieri è arrivato l’atteso Dpcm (Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri), che verrà pubblicato nelle prossime ore.

Gli obiettivi del suo mandato, il senior vice president di Amazon, li ha elencati oggi in un’intervista al direttore della Repubblica, Mario Calabresi: “Rendere i servizi pubblici per i cittadini accessibili nel modo più semplice possibile attraverso i dispositivi mobili”.

“Sono venuto con l’obiettivo di rendere la vita più semplice ai cittadini, semplificando il rapporto con le istituzioni, e per far sì che la macchina dello Stato sia in grado di usare le tecnologie come accade in Gran Bretagna o negli Stati Uniti. Un rapporto semplice tra Stato e cittadino è condizione necessaria per lo sviluppo economico, perché stimola gli investimenti anziché frenarli”.

Piacentini lavorerà per il governo “senza alcun tipo di stipendio, pro bono, zero. Ho rinunciato anche ai rimborsi spese, niente vitto e alloggio, pago tutto con la mia carta di credito personale”.

“Nei miei 16 anni negli Stati Uniti sono stato contagiato da un’idea forte, quella di restituire al proprio Paese, alla propria scuola, alla propria università”. Piacentini confessa che quando ha detto ai genitori che lasciava Amazon per venire due anni gratis in Italia anche loro erano “perplessi”.

“Ho capito che l’idea di restituire non appartiene al nostro dna, ma forse il mio caso può aiutare l’Italia a cambiare mentalità”. E respinge anche i dubbi su un eventuale conflitto di interessi: “Amazon in Italia esiste solo da 6 anni ed è una quota davvero molto piccola del fatturato mondiale, la mia presenza non ha proprio nessun impatto”.

“Il mio ruolo non ha a che vedere con legislazioni e politiche e nemmeno con le centrali di acquisto, non devo fare contratti di forniture”. Due anni è il tempo che si è dato “per creare un sistema che permetta il cambiamento e duri nel tempo”. Se il governo Renzi cadesse “complicherebbe un po’ la situazione, ma il sistema che si deve creare è indipendente da chi è il primo ministro”.

“Oggi devi certificare o autocertificare ancora troppe cose, ma se l’anagrafe è costruita con tecnologie che tutte le amministrazioni pubbliche condividono, allora non devi più certificare di esistere e tutto diventa accessibile e aperto”. Col “bando per reclutare talenti informatici che vengano a lavorare con noi”, Piacentini vuole costruire “un gruppo di una ventina di persone di altissima competenza tecnologica, una sorta di startup all’interno di una macchina antica come l’amministrazione statale. Il nostro ufficio sarà a Palazzo Chigi”.

Piacentini lavorerà in tandem con il consigliere di Palazzo Chigi, Paolo Barberis. A definire la loro azioni il “Manifesto di principi tecnologici e operativi”. Che, come spiegano i due in un lungo post sul sito del governo, “per ora è un decalogo. Poi chissà”.

  1. Sicurezza e privacy sono i principi più importanti; mai, per nessuna ragione, scenderemo a compromessi
  2. Valorizzeremo gli asset esistenti; non ricostruiremo quanto di positivo è già stato realizzato nella Pubblica Amministrazione italiana e ci ispireremo anche a modelli internazionali funzionanti
  3. Saremo ossessionati dalla semplificazione; tutto quello che faremo sarà facile da utilizzare per i cittadini
  4. Penseremo e progetteremo con un approccio “mobile first
  5. Valuteremo e sfrutteremo le tecnologie open source
  6. Seguiremo moderni modelli di progettazione; utilizzeremo architetture service oriented, sicure, “elastiche” e altamente affidabili
  7. Ci baseremo costantemente su dati; applicheremo algoritmi di Machine Learning e tecniche di Intelligenza Artificiale, quando necessari per risolvere problemi complessi
  8. Saremo aperti e trasparenti; pubblicheremo documenti che illustrino quello che abbiamo costruito, le decisioni prese, gli errori commessi e i benefici che abbiamo rilevato
  9. Avremo una visione di lungo termine, ma identificheremo anche le tappe intermedie che ci permetteranno di offrire rapidamente valore ai cittadini italiani
  10. Continueremo ad imparare; non ci limiteremo a questi principi e ne aggiungeremo di nuovi.

Per svolgere queste attività il team deve essere motivato, tecnicamente molto esperto, con esperienze professionali in Ingegneria, Informatica, Big Data, Matematica, Statistica, Machine Learning, Software open source, Sicurezza, Product Design e User Experience, Sviluppo Applicazioni Mobile, Software Architecture e Relazioni Sviluppatori. Cerchiamo veri e propri “missionari” che avranno l’opportunità di contribuire alla missione di fare da “volano dell’innovazione” per il Paese. “ll team deve essere composto da persone con comprovati successi nei rispettivi settori, con esperienza operativa e non solo di consulenza, con il desiderio di fare la differenza e abituate a pensare “fuori dagli schemi” e con il coraggio di cambiare lo status quo – scrivono Piacentini e Barberis – devono, inoltre, saper lavorare con pazienza quando sotto pressione, essere determinate e capaci di gestire con entusiasmo situazioni complesse. È importante, inoltre, avere la capacità di fare autocritica ed essere pronti a imparare dai propri errori, sapendo che questo aiuta il continuo miglioramento dei processi”.

“L’ascolto, la trasparenza e la condivisione sono i valori cruciali che guidano le azioni di questo team; infatti, per guidare l’Italia nel futuro, è necessario condividere con tutti visione, missione, obiettivi, codice sorgente (quando appropriato), design, idee, successi e anche insuccessi – concludono – In questo senso, il team non solo è aperto alla discussione, ma apprezza le critiche costruttive e i suggerimenti. Questo approccio aperto permetterà di alzare costantemente il livello dell’innovazione, potendo fare affidamento sulla cooperazione e sulla partecipazione di tutti. Il team valorizza e apprezza la diversità culturale e di genere, principio che è incoraggiato e tenuto in grande considerazione anche nei processi di selezione.

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