IL TAKEOVER

Microsoft-Linkedin, Salesforce si mette di traverso

Pressing della società di cloud computing sui regolatori Usa ed europei: se in porto, il deal da 26,2 mld di dollari rischia di violare le norme antitrust. Burke Norton: “Una minaccia al futuro dell’innovazione”

Pubblicato il 30 Set 2016

A.S.

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Il takeover di Microsoft su Linkedin non s’ha da fare. Ne sembra convinto Salesforce, gigante del cloud di cui nelle ultime settimane si è parlato come possibile pretendente all’acquisto di Twitter, e rispetto al quale erano anche circolate voci che lo vedevano interessato a Linkedin.

Secondo quanto la compagnia ha evidenziato all’Antitrust europeo, l’offerta di Microsoft su Linkedin – da 26,2 miliardi di dollari – potrebbe portare a uno scenario di concorrenza scorretta, con Microsoft che otterrebbe il controllo sui dati di oltre 450 milioni di professionisti, senza doverli condividere con i suoi concorrenti sul mercato. Ma al di là della questione antitrust, Salsforce si spinge anche a ipotizzare problemi legati alle norme sulla privacy.

L’annuncio della volontà di effettuare il takeover su Linkedin era stato da Microsoft a giugno, quando l’accordo aveva già ricevuto il via libera in diversi paesi, compresi gli Stati Uniti. In quell’occasione Microsoft per prima lanciò contro Salesforce l’accusa di essere un player troppo dominante sul mercato dei software customer relationship management (Crm), area in cui Microsoft potrebbe recuperare terreno proprio grazie all’acquisizione di LinkedIn.

“L’acquisizione proposta da Microsoft a Linkedin minaccia il futuro dell’innovazione e della competizione – afferma Burke Norton, avvocato di Salesforce – Intendiamo lavorare a stretto contatto con i regolatori, i legislatori e altri stakeholders per perorare la causa secondo cui il mergere è anticompetitivo”.

L’obiettivo di Microsoft è quello di rilanciare il social network che negli ultimi mesi ha deluso investitori e mercati a causa della concorrenza e di un mercato del lavoro in ripresa che si rivolge anche ai canali più tradizionale. LinkedIn – nonostante i suoi 400milioni di utenti – ha mostrato i primi segnali di debolezza: l’ultimo trimestre del 2015 si è chiuso con un rosso pari a 8,4 milioni di dollari (2,9 milioni gli utili nello stesso periodo dello scorso anno). A pesare erano state le voci straordinarie perché i ricavi erano saliti del 34% a 862 milioni di dollari, oltre le stime per 857 milioni, e nell’intero 2015 a 2,991 miliardi. Il 2016, tuttavia, è iniziato meglio: nei primi tre mesi i ricavi complessivi sono aumentati del 35% a 861 milioni di dollari.

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