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Cloud e intelligenza artificiale, il futuro di Microsoft è già qui

All’evento Future Decoded di Milano Redmond ha messo in mostra prodotti, servizi e competenze per sostenere imprese e individui lungo la trasformazione digitale. Bot e realtà virtuale saranno il punto di contatto tra marchi e consumatori

Pubblicato il 07 Ott 2016

Domenico Aliperto

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Intelligenza artificiale, costante sviluppo applicativo e user experience senza confini, a cavallo di realtà aumentata e virtuale. Il futuro dell’offerta di Microsoft per l’impresa e per l’individuo è tracciato, e affonda le proprie radici nel cloud. Solo nell’ultimo anno Redmond ha più che raddoppiato la capacità dei data center europei con investimenti da oltre 3 miliardi di dollari, che porteranno alla creazione di una nuova struttura in Francia nel 2017 e al potenziamento di quelle già presenti in Olanda e Irlanda e altri Paesi, senza contare i centri da poco inaugurati in UK e Germania.

Il network di centro data center in 40 Paesi in tutto il mondo è infatti il cuore tecnologico che dà la spinta a quella che il top management di Microsoft definisce innovazione sostenibile. Paola Cavallero, direttore Marketing & Operations di Microsoft ItaliaUn concetto ribadito anche ieri e oggi a Milano, in occasione del Future Decoded, l’evento dedicato a sviluppatori, professionisti IT e decisori aziendali che con una cinquantina di sessioni tecniche, di business e formative ha scattato una fotografia del balzo in avanti che Microsoft vorrebbe far compiere alla imprese italiane sul piano della digital transformation.

“Una trasformazione che dal nostro punto di vista può avvenire su quattro aree, facendo risaltare l’eccellenza industriale che contraddistingue la nostra economia”, ha detto Paola Cavallero, direttore Marketing & Operations di Microsoft Italia, parlando con CorCom a margine della kermesse. “Innanzitutto sul fronte della relazione con i clienti, rispetto ai quali è possibile costruire interazioni basate sull’identificazione delle persone e non più sui cluster.

Ci sono poi i temi della trasformazione delle modalità di lavoro e della valorizzazione delle competenze, che permettono di passare dal concetto di prestazione a orario a quello di raggiungimento degli obiettivi. Il terzo elemento riguarda l’ottimizzazione dei processi produttivi e l’introduzione dei meccanismi di manutenzione predittiva attraverso l’adozione delle soluzioni IoT. Infine, grazie all’analisi dei dati, diventa possibile conoscere a fondo il mercato ed elaborare nuovi modelli di business per rispondere meglio alle esigenze dei consumatori”.

Non sfugge naturalmente l’evidenza che molte imprese italiane sono ancora piuttosto restie a compiere questo salto. Il piano Industria 4.0 varato dal governo può, secondo Cavallero, rappresentare un importante incentivo all’avvicinamento delle organizzazioni alle nuovi tecnologie. “Siamo soddisfatti dell’arrivo di Piacentini, che porta a livello istituzionale le conoscenze e il pragmatismo che contraddistinguono l’azienda da cui arriva. Da parte nostra parteciperemo insieme ai partner e agli altri player del settore alle iniziative e ai roadshow di Confindustria, che ha finalmente incluso il tavolo sui temi digitali nell’agenda prioritaria dello sviluppo”.

Fabio Santini, Direttore della Divisione Developer Experience di Microsoft Italia, ha incontrato la stampa specializzata per una serie di demo dedicate ai quattro pilastri su cui Redmond sta costruendo la propria offerta: application innovation, data and intelligence, openness and flexibility, trust. Al centro di questa architettura c’è l’intelligenza artificiale, alimentata come detto dalla capacità computazionale del cloud e da una serie di interfacce che permettono ai sistemi di assorbire sempre più conoscenze man mano che scambiano informazioni con database ed esseri umani. “Ci stiamo spostando verso un paradigma all’interno del quale non sarà più l’utente a muoversi verso la tecnologia, ma sarà la tecnologia pervasiva, sempre più pervasiva e svincolata dai device, a raggiungere l’utente là dove ne avrà bisogno”, ha detto Santini facendo per esempio riferimento alle nuove risorse analitiche che permettono – da browser e gratuitamente – di associare informazioni anche non strutturate e disponibili liberamente sul Web ai propri dataset, generando insight sul business che aprono – letteralmente nuove prospettive. “Abbiamo mostrato il tool a una banca nostra cliente”, ha raccontato Santini, “che ha provato a incrociare le performance delle proprie filiali con gli indirizzi degli sportelli Bancoposta, disponibili sul sito Web di Poste italiane. Il confronto, nato come pura dimostrazione delle potenzialità dello strumento, ha generato corrispondenze così evidenti che il management ha deciso di mettere in moto delle vere e proprie contromisure sul piano del business”.

Un’altra delle frontiere su cui Microsoft sta lavorando è quella dei bot all’interno delle piattaforme social. Aumentando esponenzialmente le conversazioni sui vari Messenger e Facebook, le aziende hanno sempre più opportunità per inserirsi nelle relazioni degli utenti portando valore nel momento stesso stesso in cui si manifesta un’esigenza specifica. Per esempio un bot può seguire battuta dopo battuta la conversazione tra un gruppo di amici che parlano di dove andare a cena e proporre, grazie al machine learning e all’intelligenza artificiale, delle alternative coerenti con i gusti, i profili e la geolocalizzazione dei partecipanti alla chat. I cognitive services invece saranno la base per sviluppare attraverso i wearable servizi e contenuti legati al riconoscimento di luoghi e situazioni, abilitando funzioni di realtà aumentata che arricchiranno l’esperienza dei consumatori e permetteranno ai brand di offrire i propri prodotti in maniera contestuale e innovativa. Il fil rouge di tutte queste novità? La sicurezza. Ciascuna piattaforma, a maggior ragione nel momento in cui sono coinvolti i dati personali degli utenti, dovrà sfruttare l’artificial intelligence per bloccare attacchi esterni e preservare l’identità e le informazioni sensibili degli individui.

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