LA PROTESTA

Getty Images “arruola” i fotografi contro Google: “Vìola la concorrenza”

Dopo la denuncia alla Commissione europea, l’agenzia lancia una campagna per chiedere un mercato più equo: lettere aperte al Senato Usa e al commissario Ue Vestager. Settemila le firme finora raccolte. Nel mirino le modalità di gestione del servizio “Images” di BigG. Intanto Alphabet ingaggia sceneggiatori per realizzare assistenti vocali più simpatici

Pubblicato il 12 Ott 2016

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Getty Images alla guerra contro Google. L’agenzia fotografica ha lanciato una campagna mondiale per invitare i fotografi e i creatori di contenuti a far sentire la propria voce, chiedendo regole per il mercato online che assicurino una giusta concorrenza. La campagna ha ricevuto il supporto di oltre 5.000 creativi nei primi due giorni dal lancio e attualmente ha raccolto quasi 7.000 firme.

“Attraverso l’invito a firmare una lettera aperta indirizzata alla Commissione del Senato americano operativa in materia di antitrust, concorrenza e diritti dei consumatori e al Commissario europeo per la concorrenza – spiega l’agenzia – Getty Images chiede alla comunità mondiale dei creativi di opporsi alle pratiche anti-competitive messe in atto da Google, che ostacola la realizzazione di un mercato online giusto e equo, e diminuisce le loro possibilità di ottenere la giusta retribuzione per il proprio lavoro”.

Le lettere aperte – si possono trovare all’indirizzo http://wherewestand.gettyimages.com/advocacy/ – possono essere firmate dai fotografi e da tutti coloro che lavorano con le immagini in tutto il mondo, con lo scopo di fermare le pratiche anti-competitive messe in atto da Google, che minacciano la possibilità di sostentamento della comunità mondiale dei creativi.

“Getty Images si impegna da sempre per assicurare un mercato online equo e concorrenziale a tutti i creatori di contenuti, sia a quelli che lavorano con noi che a tutti coloro che fanno parte della più ampia comunità dei creativi – spiega Yoko Miyashita, General Counsel di Getty Images – Con il lancio di questa campagna, vogliamo incoraggiare questa community a far sentire la propria voce e a unirsi alla nostra lotta contro le pratiche anti-competitive di Google per quanto riguarda l’estrazione dei contenuti. Vogliamo unire la community mondiale di fotografi e creatori di contenuti per portare l’attenzione della politica su questo argomento e chiedere di passare all’azione per ripristinare condizioni eque e concorrenziali per il mercato online, una volta per tutte.”

La campagna è stata attivata in seguito alla denuncia per attività anti-competitive che Getty Images ha presentato alla Commissione Europea contro Google il 27 aprile di quest’anno. La protesta di Getty Images si riferisce in particolare alle modifiche apportate nel 2013 a Google Immagini, lo strumento di ricerca di immagini di Google, che non solo ha penalizzato il business di Getty Images, basato sulla vendita di licenze per l’utilizzo di immagini, ma che ha anche avuto ripercussioni negative sui creatori di contenuti di tutto il mondo. Con i cambiamenti apportati, Google Immagini si è sostituito ai fornitori di immagini coperte da licenza, creando gallerie di foto di grande formato e in alta risoluzione, che possono essere visualizzate e scaricate senza mai lasciare l’ambiente di Google. Questi cambiamenti hanno permesso a Google di rafforzare il suo ruolo dominante come motore di ricerca, mantenendo un monopolio sul traffico dei siti, i dati di engagement e la spesa pubblicitaria. Le modifiche apportate hanno inoltre promosso la pirateria, con il risultato di aumentare il numero delle violazioni di copyright, tramutando semplici utenti del motore di ricerca in involontari protagonisti di atti di pirateria.

Intanto Alphabet, la holding sotto il cui cappello c’è anche Google, che avrebbe assunto commediografi e sceneggiatori della Pixar e The Onion per rendere Google Assistant più divertente.

L’azienda, ha spiegato Gunmi Hafsteinsson, product management director di Google Hom al Wall Street Journal, ha in mente di costruire una “connessione emotiva” con i suoi utenti. Per questo sta cercando di tirare a lucido il più possibile i suoi assistenti vocali, anche grazie all’intelligenza artificiale. L’idea è quella di dare più personalità a Google Assistant con autori che hanno lavorato per Pixar e per il sito satirico The Onion.

Nell’articolo dedicato agli assistenti virtuali, il Wsj parla di legami affettivi tra esseri umani e “tecnologia sociale”. E cita il caso di una signora di 69 anni, che vive da sola, e che dialoga con Amazon Echo, un dispositivo per la casa ‘smart’. “E’ come incontrare una persona nuova”, spiega la signora alla testata statunitense. Non è un caso che l’azienda Hasbro ha creato una linea di robot da compagnia progettati per gli anziani. Mentre Toyota Motor ha annunciato un bambino robot progettato per le oramai numerose famiglie senza figli.

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