USA 2016

L’eredità di Obama, una Casa Bianca 2.0

Nei suoi otto anni di mandato il presidente uscente ha rivoluzionato il modo di comunicare, diventanto un vero e proprio “social media president”. E il successore dovrà avere la stessa dimestichezza con YouTube, Twitter e Facebook. La vice digital officer, Kori Schulman: “C’è un patrimonio immenso da valorizzare”

Pubblicato il 08 Nov 2016

F.Me

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Il nuovo presidente americano varcherà le porte di una Casa Bianca 2.0. Nei suoi otto anni di mandato, infatti, Barack Obama ha letteralmente rivoluzionato il modo di comunicare del Commander in chief, diventando un vero e proprio “social media president”. E dando vita a un patrimonio digitale che ora viene messo a disposizione del suo successore.

Dai live su Facebook dallo Studio Ovale alle risposte ai cittadini su YouTube, dal nuovo sito della Casa Bianca con tanto di blog ed email-list fino alla piattaforma “We the people” per inviare petizioni all’amministrazione, le iniziative digitali del 44esimo presidente sono state infinite. Nel 2013 la first Michelle ha postato la sua prima foto su Instagram dove oggi conta 7,4 milioni di follower. Nel 2015 Obama è sbarcato su Twitter con l’account @POTUS (da President of the United States), seguito da 11,2 milioni di utenti. Nel 2016 la Casa Bianca ha debuttato su Snapchat per portare gli americani dietro le quinte dei preparativi per il discorso sullo Stato dell’Unione. Per non parlare delle strepitoso album di immagini dalla Casa Bianca su Flickr o di video su Vimeo.

“Questa infrastruttura digitale rappresenta un patrimonio non solo per il prossimo presidente ma per tutti i futuri presidenti. L’archivio appartiene al popolo americano”, si legge in un lungo post della vice digital officer di Obama, Kori Schulman, dedicato alla “transizione digitale” nell’epoca dei social media. Il punto è proprio questo: come assicurarsi che l’eredità digital di Obama non vada perduta? “Il presidente – sottolinea ancora Schulman – ha chiarito che tra le sue maggiori priorità vi è una transizione senza problemi fra le amministrazioni, e la parte digitale è una delle componenti chiave di questo sforzo”. Così, per ogni settore, è stata studiata una modalità di successione.

Il nuovo presidente erediterà gli account creati da Obama. Su Twitter, ad esempio, @POTUS sarà a disposizione del prossimo inquilino della Casa Bianca a partire dal 20 gennaio 2017 (giorno di passaggio delle consegne); la pagina manterra’ i suoi oltre 11 milioni di follower ma non avrà i precedenti tweet sulla timeline. I vecchi post passerano su un nuovo account, @POTUS44 che fungerà da archivio accessibile al pubblico. Stesso discorso per first lady (i vecchi post confluiranno sul nuovo @Flotus44) e vicepresidente (@Vp44). Il meccanismo è uguale anche per Facebook e Instagram, dove la nuova presidenza avrà accesso a username e url, mantenendo i follower. L’archivio dell’era Obama sarà visionabile presso Facebook.com/ObamaWhiteHouse e Instagramcom/ObamaWhiteHouse.

Come i siti web di Cinton e Bush, il sito web della Casa Bianca nell’era Obama verrà congelato allo scoccare del 20 gennaio e diventerà consultabile all’indirizzo ObamaWhiteHouse.gov. Praticamente tutto il patrimonio digitale verrà conservato e gestito dal Nara, National Archives and Records Administration: milioni di foto, migliaia di ore di video, le oltre 470mila petizioni inviate sulla piattaforma “We the people” e tutti i vecchi tweet e post sui social, oltre agli account istituzionali personali.
Casa Bianca e Nara invitano infine studenti, programmatori, artisti e ricercatori a inventare “soluzioni creative” per archiviare e condividere il patrimonio digitale negli anni a venire.

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