SCENARI

Baldoni: “Creare esperti di cybersecurity è priorità assoluta”

Al via alla Sapienza le iscrizioni a Cyberchallenge.it, programma indirizzato ai giovani universitari e delle superiori dai 18 ai 23 anni, in collaborazione con Cini, Cisco e Ibm. Il direttore del Cis: “Sono le professionalità del futuro: c’è carenza di professionisti e di docenti specializzati”

Pubblicato il 05 Dic 2016

Antonello Salerno

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Un programma di addestramento introduttivo alla cbersecurity, dedicato a giovani di talento delle scuole superiori e agli studenti universitari dai 18 ai 23 anni. Si tratta di CyberChallenge.IT, ed è la risposta pensata dal mondo accademico per iniziare a risolvere un problema che in Italia è già evidente: la carenza di professionisti della sicurezza informatica.

Il progetto è realizzato dall’Università Sapienza di Roma, all’interno del Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del Cini, il consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica, in collaborazione con Cisco research e Ibm research.

“Seguendo l’esempio di Stati Uniti e Regno Unito, la cyberchallenge.it offrirà un programma unico di attività per introdurre i giovani talentuosi nella programmazione di computer, a partire dalle scuole superiori, e a raggiungere adeguate capacità nel campo della cybersecurity – spiega Roberto Baldoni (nella foto), direttore del Cyber Intelligence and information Security Center dell’Università “Sapienza” – Si tratta di una professionalità in prospettiva formidabile, in un futuro in cui la protezione di aziende ed enti governativi dalle minacce del cyberspace diventerà priorità assoluta anche considerando i programmi di digitalizzazione massiccia come industry 4.0”.

Le iscrizioni al contest, che partono oggi, rimarranno aperte fino al 25 gennaio 2017: “I migliori, selezionati attraverso un test effettuato presso le strutture di Sapienza il 3 Febbraio – prosegue Baldoni – entreranno nel corso di preparazione che li formerà per la challenge finale che si terrà in giugno. Il corso avrà come assi portanti i seminari erogati dai migliori professionisti internazionali del settore, ed esercitazioni continue di laboratorio erogate presso le strutture Saoienza”.

“Dal prossimo anno – prosegue Baldoni – porteremo la challenge in più università attraverso il Laboratorio nazionale con lo scopo di avvicinare il maggior numero di giovani possibile al mondo affascinante della cybersecurity, per limitare uno shortage di competenze che solo per gli Stati Uniti si stima intorno a 2 milioni di unità per il 2020. In Italia questo problema assume una importanza maggiore, prosegue, a causa di un gap salariale che rende difficile trattenere professionisti brillanti in cybersecurity”.

“Nelle università – conclude Baldoni – stiamo cercando con molte difficoltà di creare programmi che cercano di indirizzare questo gap istituendo nuovi corsi di Laurea, tuttavia c’è carenza anche di professori universitari in questa materia, quindi sarebbero auspicabili politiche di reclutamento mirate su ciò che è considerata una priorità assoluta in tutti i paese sviluppati”.

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