IL PREMIO

Space economy, l’Italia si lancia nello “Spazio 4.0”

Scatta la fase attuativa per il piano strategico nazionale. Battiston (Asi): “Fare sistema per crescere e creare occupazione”. Firpo (Mise): “Fondamentale organizzare la domanda pubblica dei nuovi servizi”. Il ruolo di Asas nel supporto alla cabina di regia Spazio

Pubblicato il 21 Dic 2016

Antonello Salerno

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“Quello che l’Italia sta facendo nella space economy andrebbe replicato anche in altri settori. Perché l’immagine che stiamo dando all’estero in questo campo riflette un Paese proattivo, efficace e determinato. Ora ci aspetta un periodo particolarmente impegnativo: varato il Piano strategico nazionale per la Space economy, questo è il momento di passare alla fase attuativa. Molti progetti sono già partiti, altri hanno ancora bisogno di essere affinati. Quel che è certo è che ci vorrà una grande dinamicità anche da parte dei player industriali, perché il piano si regge su tre gambe: i fondi governativi, quelli regionali e gli investimenti delle imprese”. Lo ha detto il colonnello Paolo Puri, consigliere militare aggiunto del presidente del Consiglio dei ministri, ricevendo da Asas, l’associazione per i servizi, le applicazioni e le tecnologie Ict per lo spazio, il premio “Space economy 2016”

“Il colonnello Puri – recita la motivazione del premio – si è distinto per l’importante, attento e costante lavoro fatto a supporto della cabina di regia Spazio e a favore del piano strategico nazionale per la Space economy”. A consegnare il premio Lorenzo D’Onghia, che di Asas è presidente.

La mattinata ha visto succedersi l’assemblea degli associati Asas, in cui sono stati eletti tre vicepresidenti dell’associazione: Gianfranco Corini (Nais), Renato Farina (Eutelsat) e Riccardo Grazi (Vitrociset), che costituiranno il board di presidenza dell’associazione insieme a D’Onghia, al past-president Maurizio Fargnoli e al coordinatore della piccola impresa Armando Orlandi.

A seguire, nella parte dell’appuntamento aperta al pubblico, Il saluto di benvenuto di Lorenzo D’Onghia e gli interventi di Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia spaziale Italiana, e di Stefano Firpo, direttore per la Politica industriale del Ministero per lo

Lorenzo D'Onghia

“Asas nasce nel 2004 – sottolinea D’Onghia – per contribuire alla politica industriale per lo spazio e favorire la diffusione dei servizi e delle applicazioni basati sulle tecnologie spaziali: siamo l’anello di congiunzione con gli utenti, quindi tra lo spazio e la terra. Quello attuale è un momento di particolare splendore per lo spazio, che sta sempre più diventando uno strumento commerciale per fare business e far crescere l’economia dei Paesi: da qui la definizione di ‘space economy’ cha abbiamo contribuito a coniare. Parliamo di un settore che oggi vale 290 miliardi di euro, e in cui stanno entrando nuovi player, come dimostrano i casi di Elon Musk e di Jeff Bezos, scommettendo sulle implicazioni che le tecnologie spaziali potranno avere per rivoluzionare la vita quotidiana, dall’osservazione della terra alla connettività, fino alle gestione delle emergenze umanitarie. Anche per l’Italia è un buon momento: il mercato nazionale vale tra gli 1,5 e 1,6 miliardi di euro. La sfida ora è trovare le strategie giuste per utilizzare lo spazio come strumento di crescita del Paese. Il Mise ha fatto la sua parte con la redazione del piano strategico in coordinamento con Asi, Ispra e ministeri, prevedendo l’utilizzo di fondi nazionali, regionali e privati. Le Regioni dal canto loro sono ancora timide, ma toccherà alle imprese, che devono trovare i ritorni economici per i loro investimenti. Mi auguro che le festività portino stabilita e tranquillità al mondo politico, e che si possa calendarizzare in tempi ragionevoli una legge di riassetto e di riordino del comparto”.

Roberto Battiston

Il presidente Asi Roberto Battiston ha puntato sull’importanza della collaborazione e del “fare sistema” che ha caratterizzato i lavori della cabina di regia: “Asi negli ultimi 2 anni e mezzo ha affrontato situazione complessa – sottolinea – dopo un periodo di difficoltà l’agenzia ha ripreso a svolgere il suo ruolo con progetti ad ampio respiro sul piano nazionale e partecipando attivamente con Esa ai progetti internazionali”. “Ci siamo attestati come terzo contributore per le attività non obbligatorie in Esa – prosegue Battiston – dopo Germania e Francia, e non è una cosa banale, soprattutto se consideriamo di aver mantenuto la posizione nonostante il Regno Unito abbia dato una spinta importante ai propri investimenti nel settore dopo la Brexit. L’investimento in Esa è una parte integrante della nostra strategia sulla space economy, e alla ministeriale dell’agenzia spaziale europea abbiamo visto la conferma di molti dei nostri programmi. Ora sarà importante coinvolgere di più le Regioni, dal momento che la loro risposta è stata un po’ al di sotto delle aspettative: sarà importante non fare marcia indietro, e capire che il coinvolgimento può avvenire anche con percorsi nuovi”

Infine anche Battiston ha riservato una parte del suo intervento alla legge sull’economia dello spazio: “Sarà fondamentale portarne a termine il percorso parlamentare – sottolinea il presidente dell’Asi – Gli eventi politici attuali non aiutano, ma sarà importante fare il possibile per portarla a compimento, magari nell’arco dei prossimi sei mesi. L’obiettivo è di non utilizzare le risorse soltanto per mantenere l’esistente: deve crescere l’occupazione, soprattutto per i giovani: rappresentiamo un settore di qualità, nel quale i giovani sognano di poter lavorare”.

Stefano Firpo

“Ho partecipato alla Ministeriale Esa – afferma Stefano Firpo – e mi fa piacere che si sia parlato di ‘spazio 4.0’. L’Italia infatti ha appena varato i proprio piano su Industria 4.0, e questa coincidenza evidenzia che cresce la sintonia tra i due settori. In questo anno abbiamo chiuso il cerchio sulla space economy, con un piano che ora è dotato anche di risorse, con programmi addizionali rispetto a Esa. Si tratta di una strategia con elementi innovativi, nata dal dialogo e dalla convergenza di esperienze diverse, e che prevede l’utilizzo di risorse nazionali e regionali. Considero impotante che la logica sia application e service oriented, su cui si incroceranno meccanismi di aiuto alla ricerca con cui ingaggeremo le risorse regionali, senza dimenticare che la terza gamba è quella di organizzare la domanda pubblica in maniera coordinata: su questo nei prossimi mesi si giocherà una partita importante”.

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