Samsung nella bufera: il rampollo Lee coinvolto in una tangente da 18 milioni

La procura chiede l’arresto. L’azienda, già protagonista del caso Galaxy Note 7, nuovamente in difficoltà. E la vicenda si fa sentire sul titolo in Borsa

Pubblicato il 16 Gen 2017

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La procura chiede l’arresto del rampollo di casa Samsung, Lee Jae-yong, coinvolto nel caso di una tangente da almeno 18 milioni di dollari versata dal colosso dell’elettronica nelle casse di una società tedesca riconducibile a Choi Soon-sil (già arrestata), confidente della presidente della repubblica della Corea del Sud Park Geun-hye, sottoposta a procedura di Impeachment nell’abito di un ampio scandalo-corruzione in cui il capo dello stato è accusata anche di abuso di potere. Dopo il voto del parlamento, rimane formalmente presidente in attesa di una conferma della destituzione da parte della Corte suprema. Sull’onda della richiesta d’arresto il titolo di Samsung subisce un tonfo in borsa, registrando a Seoul un -2,14%.

Lee Jae-yong, che nell’azienda è vicepresidente, è il leader de facto del gruppo e appartiene all’ultima generazione della famiglia, era stato interrogato giovedì per 22 ore, ed è accusato di corruzione. Si tratterebbe del primo manager a essere arrestato nello scandalo. Toccherà adesso al tribunale di Seoul spiccare o meno un mandato d’arresto contro il vicepresidente della Samsung Electronics. Lee, 48 anni, è sospettato di aver approvato dei versamenti a Choi Soon-Si, braccio destro della presidente, per ottenere dei favori da parte del governo. Questo caso giudiziario è solo l’ultimo tassello di un periodo tribolato per la casa sud coreana, che negli scorsi mesi era stata costretta a ritirare il prorpio nuovo modello di Smartphone, il Galaxy Note 7, dopo che diversi esemplari, a pochi giorni dal lancio sul mercato, erano esplosi durante la ricarica. Come conseguenza di questa disfatta i conti dell’azienda avevano registrato un record negativo nel terzo trimestre 2016, con l’utile operativo del settore mobile crollato del 96% in un anno e l’utile operativo a -7,5%. Proprio in queste ore intanto iniziano a emergere i risultati dell’indagine interna commissionata dall’azienda sulle cause del difetto dello smartphone. Secondo una fonte pubblicata da Reuters, a provocare l’esplosione sarebbe stata la batteria dello smartphone. I risultati dell’inchiesta, una volta resi pubblici, saranno fondamentali per l’azienda per lasciarsi alle spalle l’incidente e puntare sul Galaxy S8, il nuovo modello di punta di cui l’arrivo sul mercato è indicativamente previsto per la metà del 2017.

Il pool speciale ha deciso anche l’incriminazione formale per corruzione di Moon Hyung-pyo, capo del National Pension Service, che è sospettato di aver premuto sul principale fondo pensione pubblico per sostenere la fusione tra Samsung C&T e Cheil Industries, nell’ambito del riordino societario del gruppo Samsung avvenuto nel 2015, quando lui era ministro della Salute. Un’operazione senza valenza industriale, come denunciarono gli investitori guidati dall’hedge fund Usa Elliott Associates, in base al fatto che l’aggregazione era ”un tentativo di trasferire il potere” dal proprietario del gruppo Lee Kun-hee a suo figlio, Lee Jae-yong, da fine ottobre nel board di Samsung Electronics con la carica di vice presidente.

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