E-HEALTH

IoT a supporto del welfare, Ruggiero (Anitec): “Cambio di paradigma per la Sanità”

School of Management (Polimi): investimenti per la digitalizzazione della sanità pari all’1,2% della spesa sanitaria pubblica. Il vicepresidente dell’associazione Confindustria: “Informatica e Tlc sempre di più parte dei processi di cura quotidiana di una massa diffusa di persone”

Pubblicato il 21 Feb 2017

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Internet of Things a supporto del welfare e del sistema sanitario. Emerge fra i temi messi a fuoco da Anitec che fa luce sulle prospettive aperte dalle nuove tecnologie sul fronte della prevenzione, sia per l’offerta di un servizio sanitario più mirato tramite, ad esempio, dispositivi wearable sempre più evoluti. “La diffusione delle malattie croniche richiede di identificare nuovi metodi e sistemi per il loro monitoraggio e la loro prevenzione. In questo processo, la tecnologia dell’Internet of Things e tutto l’ecosistema che ruota intorno ad essa, aiuteranno il paziente ed il sistema sanitario con la creazione ed attuazione di sistemi integrati e in rete con maggiore efficienza e minor costo per tutti”: lo ha detto il vicepresidente di Anitec Nicola Ruggiero illustrando come informatica e Tlc entreranno sempre di più nei processi di cura quotidiana di una massa diffusa di persone: “Ci aspettiamo – dice Ruggiero alla vigilia dell’evento Winter School 2017 (Motore Sanità) – un cambiamento di paradigma pari a quello che la sharing economy ha indotto in altri settori. Anitec è già attiva su questo fronte e i suoi associati sono impegnati a collaborare per trovare soluzioni per migliorare la prevenzione delle malattie. Parliamo di sviluppi tecnologici atti a migliorare la qualità di vita dei malati e anche a ridurre i costi della sanità pubblica”.

Secondo gli ultimi dati del Crea, la spesa del SSN è inferiore al 36% della media degli altri paesi europei e la differenza di spesa pro capite per le regioni arriva fino al 40% come tra la Calabria e la Provincia di Bolzano. Tra l’altro, la stima della quota privata è di circa 36 miliardi di cui l’89% è out of pocket e solo una parte, seppur in costante aumento, è intermediata da fondi integrativi, mutualità sociali ed assicurazioni private. Da qui, la necessità di sviluppare, col supporto delle nuove tecnologie, progetti di governance e di rapporto tra pubblico e privato che accompagnino la possibile trasformazione da un sistema a fiscalità diretta a un sistema misto di stampo europeo, già operante in altri paesi OCSE. Tutti gli strumenti Ict ed i progetti innovativi in sanità negli anni a venire vanno inevitabilmente parametrati con lo sviluppo della PA digitale, in un confronto su scala europea.

Secondo dati dell’Osservatorio Innovazione in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, l’innovazione del sistema sanitario procede a piccoli passi, con investimenti per la digitalizzazione della sanità italiana che nel 2015 si attestano a 1,34 miliardi di euro, pari all’1,2% della spesa sanitaria pubblica. Al centro degli investimenti delle strutture sanitarie la Cartella Clinica Elettronica (CCE), con una spesa di 64 milioni di euro (+10% rispetto al 2014). Seguono i sistemi di front-end (61 milioni di euro budget), il Disaster Recovery e continuità operativa (48 milioni), la gestione amministrativa delle risorse umane (39 milioni), la gestione informatizzata dei farmaci (26 milioni).

Le nuove tecnologie forniscono un supporto fondamentale nell’analisi dei big data sia sul fronte della prevenzione, sia su quello dell’offerta di un servizio sanitario sempre più mirato tramite, ad esempio, dispositivi wearable sempre più evoluti. L’evoluzione high tech giocherà, quindi, un ruolo significativo nel fornire informazioni personalizzate in tempo reale, aiutando le persone a prendere le migliori decisioni per la propria salute, tra cui la ricerca di un professionista, o educandoli sull’importanza della prevenzione. Nel corso degli anni, le compagnie farmaceutiche, gli ospedali e le compagnie di assicurazione hanno raccolto un’enorme quantità di dati su medicine ed esiti terapeutici, utili per educare i pazienti sui migliori trattamenti. Esiste già un campo di confronto tra questi attori (startup incluse) per tentare di coinvolgere i migliori scienziati e analisti nel creare modelli predittivi sulla salute. Inoltre diversi progetti europei di Horizon 2020 prevedono finanziamenti per progetti di ricerca e sviluppo in aree multidisciplinari quali la bioinformatica, la medicina personalizzata.

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