ANTITRUST

Web tax, Pitruzzella: “Intervenga l’Europa”

Il presidente dell’Antitrust auspica un’azione della Commissione Ue “perché i trattati consentono la concorrenza fiscale fra Stati”. Focus sul rischio di “distorsioni competitive” generate dai business digitali

Pubblicato il 28 Feb 2017

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L’Antitrust non si occupa “dei profili fiscali” ma “delle quote di mercato e di abuso di posizione dominante”. Ciononostante, è evidente che nel digitale si stanno verificando “distorsioni competitive enormi che richiedono attenzione” anche dalle authority per la concorrenza. Lo ha detto il presidente Giovanni Pitruzzella in audizione davanti alle commissioni Industria e Finanze del Senato, sottolineando però che “per affrontare davvero il problema occorrerebbe un intervento europeo” visto che i trattati consentono la concorrenza fiscale tra gli Stati.

Le authority europee, ha aggiunto, “sono omogenee e non si occupano di materie fiscali” né “intervengono sull’elaborazione di politiche fiscali” come quella proposta da un ddl all’esame delle commissioni per introdurre “misure fiscali per la concorrenza nell’economia digitale”, cioè una forma di ‘web tax’. Ma “i fenomeni fiscali ci interessano perché poi possono determinare distorsioni in un ambiente competitivo”.

Poche settimane fa era stato il ministro dell’Economia a riportare sul tavolo il tema web tax: “Sarà nell’agenda della riunione del G7 dei ministri delle finanze” che si terrà a maggio a Bari, aveva annunciato Pier Carlo Padoan, nel corso della presentazione dei risultati della lotta all’evasione nel 2016. “Al G7 dei ministri delle Finanze si discuterà la tassazione delle nuove forme di impresa nate con l’economia digitale”.

Precedentemente il ministro si era detto favorevole ad affrontare il tema della tassazione dei colossi del digitale. “Il governo è impegnato a esplorare canali come la web tax”, ha sottolineato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso di un’audizione di fronte alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato. “Ritengo che sia un’area assolutamente indispensabile da esplorare ma complessa per ragioni sia politiche che tecniche”, ha spiegato Padoan sottolineando che dal punto di vista politico “una tassa simile sarebbe ottimale se adottata da più paesi almeno a livello europeo e dal punto di vista tecnico ci sono problemi non semplici nell’individuazione della base imponibile e di conseguenza nell’adozione di misure pratiche”.

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