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Netflix rafforza gli investimenti in Europa

Il ceo Reed Hastings spinge sulle produzioni del Vecchio Continente: “Finora stanziati 1,8 mld di dollari, ma faremo di meglio”. Scontro con la Commissione Ue che chiede di dedicare al made in Europe il 30% del catalogo, l’azienda: “Interferisce con il nostro sistema di algoritmo”

Pubblicato il 01 Mar 2017

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Più investimenti in Europa, per Netflix. Toccano quota 1,8 miliardi di dollari le risorse stanziate finora (in 12 anni) in produzioni europee tra accordi di licenza, contenuti originali e co-produzioni. Ma il gruppo punta a rafforzare ulteriormente le spese sul mercato del Vecchio continente, come parte delle strategie sulle attività internazionali (è presente in 190 Paesi) che guidano la crescita: battendo le sue stesse stime l’azienda ha raggiunto all’inizio 2017 il record di 7 milioni di nuovi abbonati, metà dei quali non Usa.

Netflix ha in cantiere attualmente più di 90 contenuti originali – in vari stadi di produzione, scrive Variety. Fra gli altri, tre nuove serie con la Bbc e Canal Plus. Buone notizie per il valore delle produzioni “made in Europe”: vengono viste da 93 milioni di abbonati in tutto il mondo (i due terzi da non europei), ha detto il ceo Reed Hastings nel corso di un evento a Berlino: “Abbiamo creato un pubblico globale per produzioni locali”.

E le produzioni locali stanno guadagnando terreno. “Netflix è uno dei più attivi sostenitori di contenuti europei” ha detto Hastings.

La frase suona un po’ autopromozionale. In realtà la “conquista d’Europa” è anche un fronte su cui si focalizzano le pressioni dell’Europa sulle aziende di servizi on demand – Netflix, ma anche Amazon – affinché aumentino le quote europee dei cataloghi. I negoziati sono tuttora in corso: i parlamentari puntano a strappare una quota del 30% oltre a promozioni sulla home page dei siti/app.

Netflix teme però che queste regole distorcano il mercato, nonostante l’azienda ritenga di aver già raggiunto le quote indicate. “Quote rigidamente numeriche rischiano di soffocare il mercato dell’audiovisivo on demand” ha risposto alla Commissione Ue. “Un obbligo così stringente potrebbe mettere i nuovi player in difficoltà nel raggiungere un buon business model”. Ma dalle parti di Neflix si teme soprattutto che una forzatura “pro-Europa” possa interferire con l’approccio dell’algoritmo che punta a scovare i contenuti più rilevanti per ogni spettatore.

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