IL PROGETTO

Poche opportunità di lavoro, ecco perché le ragazze non studiano le Stem

Indagine Microsoft: solo il 12,6% delle studentesse italiane intraprende un percorso universitario tecnologico-scientifico e solo il 6,4% lavora nell’Ict. Via alla nuova edizione di Nuvola Rosa: oltre 40 corsi di formazione da marzo a dicembre 2017

Pubblicato il 14 Mar 2017

Federica Meta

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Prende il via oggi l’edizione 2017 di Nuvola Rosa, il progetto nato nel 2013 per sostenere la diffusione di competenze digitali attraverso percorsi di formazione gratuiti, destinati a migliaia di giovani donne in Italia e all’estero. L’iniziativa, organizzata da Microsoft in collaborazione con Fondazione Mondo Digitale e growITup, coinvolgerà più di 1.500 studentesse e giovani donne di tutta Italia, da marzo a dicembre 2017, in oltre 40 corsi di formazione che si terranno nelle Digital Class della Microsoft House e nelle aule di Cariplo Factory, promotore di growITup insieme a Microsoft, e che spazieranno dallo sviluppo delle competenze base dell’informatica, al coding fino alla robotica e all’arte digitale. L’avvio ufficiale è stato dato oggi presso la Microsoft House, che ha ospitato la prima classe di 30 studentesse della scuola superiore Falcone Righi di Corsico (MI) in un corso focalizzato su Touch Develop.

Il lancio ufficiale della nuova edizione, è stata l’occasione per presentare “European Girls in STEM”, il primo studio veramente completo a livello europeo, commissionato da Microsoft al professor Martin W Bauer del dipartimento di Psychological and Behavioural Science at the London School of Economics (LSE) ha coinvolto 11.500 ragazze e giovani donne europee di età compresa tra gli 11 e i 30 anni di 12 Paesi – Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Regno Unito, Russia e Slovacchia. La ricerca individua quale il momento esatto in cui le giovani donne perdono interesse verso lo studio delle materie tecnico-scientifiche e quali le motivazioni, individuando modelli e percorsi per prevenire questo declino, che preclude tante opportunità di lavoro e avviare invece un rapporto positivo nello studio e nel successivo sbocco occupazionale

Nell’ultimo decennio l’occupazione nel settore tecnologico europeo è cresciuta a una velocità tripla rispetto all’occupazione generale. Se sul mercato del lavoro digitale avessimo un pari numero di donne e uomini, il Pil annuo dell’Ue potrebbe registrare una crescita di 9 miliardi di euro. E’ fondamentale incoraggiare le ragazze a intraprendere percorsi formativi e professionali, sia per creare nuove opportunità professionali che rilanciare l’economia del Paese, eppure i limiti sono ancora tanti.

Secondo la ricerca a livello europeo l’interesse della maggioranza delle ragazze per le materie Stem si sviluppa verso gli 11 anni e mezzo per poi calare drasticamente tra i 15 e i 16 anni. In italia ugualmente l’interesse nasce verso gli 11 anni ma cala leggermente dopo verso i 17anni per poi avere un picco ai 26 anni, età che, in linea generale, corrispondono al momento in cui le giovani studentesse sono chiamate a decidere come proseguire il proprio percorso di studi scegliendo o meno di iscriversi all’Università e al momento in cui si affacciano al mondo del lavoro vero e proprio. Non è un caso che solo il 12,6% delle studentesse italiane intraprende un percorso universitario legato alle STEM, solo il 6,4% lavora nell’ICT e il 13,3% in settori correlati all’ingegneria.

Altri dati interessanti mostrano che le giovani italiane si posizionino nei primi tre posti in europa per interesse rispetto alle materie scienitifiche e informatica durante il percorso scolastico (il 42,1% afferma di essere stata appassionata di matematica durante il percorso scolastico). Inoltre le ragazze si sentono portate per le materie scientifiche e in particolare per la matematica (41,7%, media europea del 37,6%) , l’informatica (49,2% media europea del 42,2%) e la biologia (39,2%, media europea del 40,2%). Il 59% delle giovani italiane dichiara che otterebbe ottimi risultati nello studio delle STEM, al pari di un ragazzo.

Il 53,1% dichiara di ritenersi molto creativa, e di avere idee e prospettive molto diverse da quelle generali (79,3%), di porre questioni che sfidano le conoscenze esistenti (55,5%), di avere nuove idee quando osservano come le persone interagiscono con prodotti e servizi (72,9%), di essere convinte che le soluzioni ai problemi in un settore specifico si debbano ispirare in maniera osmotica ciò che avviene in altri ambiti. Infine il 60,6% non si preoccupi della percezione di amici e conoscenti, che potrebbero considerarle “poco smart” se mostrassero un interesse per le Stem.

La convinzione che non ci siano ancora pari opportunità lavorative in ambito STEM, è infatti tra i primi fattori che influiscono sulla decisione delle giovani studentesse italiane di abbandonare la propria passione per le materie scientifiche. In generale, lo studio evidenzia che l’ottimismo derivante da un’originale passione per le STEM e dalla convizione di avere il potenziale per affrontare qualunque tipo di percorso formativo o professionale, sia poi stemperato dal realismo.

La ricerca ha evidenziato da un lato un’opinione incoraggiante e ottimista condivisa tra le giovani donne: la consapevolezza che la loro generazione sia la prima nella quale uomini e donne hanno concretamente pari opportunità in tutti gli ambiti sociali in generale. Tuttavia, le cose cambiano se si entra nel merito degli ambiti tecnico-scientifici: se da un lato il 41,6% delle Italiane prenderebbe effettivamente in considerazione per il proprio futuro una professione inerente alle materie Stem (42% media europea), dall’altro, paradossalmente, il 66,1% (ben al di sopra della media europea che si attesta al 59%) ha ammesso che si sentirebbe più a proprio agio a perseguire una professione in ambito Stem se avesse la conferma che in questi profili professionali venisse riservato alle donne lo stesso trattamento lavorativo degli uomini.

A questo, si aggiungono altri fattori tra cui: la mancanza di modelli femminili forti nei settori di riferimento (il 43,8% dichiara che quando pensa ad uno scenziato, la prima immagine sia di un uomo), la scarsità di esperienze pratiche durante il proprio percorso scolastico, una ridotta comprensione di applicazioni concrete che mostrino cosa sai effettivamente possibile realizzare grazie a percorsi formativi e professionali nelle Stem.

In questo contesto sono cinque fattori di rilevanza statistica che influenzano l’interesse delle ragazze per le materie Stem:

1. Poter guardare a modelli femminili negli ambiti Stem;

2. Fare esperienze pratiche ed esercizi concreti in materie Stem;

3. Avere insegnanti che le incoraggino a dedicarsi alle Stem;

4. Conoscere applicazioni vere che mostrino loro cosa possono realizzare attraverso le discipline Stem;

5. Avere maggiore sicurezza che uomini e donne hanno pari opportunità nelle professioni Stem;

In Italia la situazione appare un po’ differente se si considera che – come segnalato nel paragrafo precedente – il 66,1% si sentirebbe più a proprio agio a perseguire una professione in ambito Stem se avesse la conferma che un trattamento paritario rispetto agli uomini – , che il 60,6% delle ragazze vorrebbe ricevere un maggiore incoraggiamento da parte degli insegnanti, il 63,1% da donne che lavorano nel settore, il 44,9% vorrebbe un maggiore incoraggiamento da parte dei genitori, il 44% dagli amici.

Tra gli elementi positivi emersi, che risultano strategici anche nell’ottica della promozione di percorsi formativi tecnico-scientifici, il fatto che il 50,3% delle intervistate dichiara che gli insegnanti parlino spesso dell’imprtanza delle STEM. Il 69,6% sottolinea inoltre che la maggior parte dei propri insegnanti in materie STEM sia donna (media europea 55%).

Nonostante la predonimanza di insegnanti donne e l’ampio incoraggiamento che ricevono da loro, dal punto di vista qualitativo emerge però la permanenza di una cultura ancora prevalentemente legata a modelli maschili, che sembra avere un impatto disincentivante più forte rispetto ai modelli positivi e propositivi.

Centrale anche il ruolo della famiglia: il 43,8% afferma infatti che entrambi i genitori parlano spesso dell’importanza di studiare le materie tecnico-scientifiche, tra i due in particolare la figura materna sembra avere un ruolo determinante: il 44,7% infatti afferma che la madre ne parla molto spesso contro il 41,9% che ne parla più spesso con il padre.

“Dalla ricerca presentata oggi emerge chiaramente che la disuguaglianza di genere nei settori STEM è una preoccupazione per il futuro di tutti. Abbiamo una finestra temporale di circa cinque anni per intervenire efficamente. È allarmante che l’ottimismo delle nostre giovani, così come l’originario interesse per gli studi tecnico-scientifici sia drasticamente temperato da un realismo che, seppur nella consapevolezza di avere il potenziale per fare qualsiasi cosa, le porti a scelte più conservatrici e a perdere le opportunità derivanti dall’innovazione tecnologica – spiegao Paola Cavallero, Direttore Marketing & Operations Microsoft Italia– Coltivare l’interesse delle ragazze per le Stem e incoraggiarle a intraprendere percorsi professionali in questo ambito non solo creerà una maggiore sicurezza occupazionale per la prossima generazione, ma potrà anche dare nuovo slancio all’economia europea in generale. Questo è il punto di partenza dell’edizione 2017 di Nuvola Rosa, che trasformerà la Microsoft House in un laboratorio d’esperienza e formazione permanente”.

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