L'EVENTO

Giacomelli (Namirial): “Eidas best practice italiana. Vantaggio competitivo di almeno sei mesi”

L’azienda marchigiana ha riunito a Milano professionisti ed esperti per fare il punto sui benefici dei trusted services e le tecnologie in grado di migliorare la gestione delle transazioni. Nel 2016 nel nostro Paese 584 milioni di time stamps e 665 milioni di remote qualified electronic signature

Pubblicato il 17 Mar 2017

Annalisa Casali

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Un Regolamento che, per la prima volta, proietta il Belpaese alla guida della trasformazione digitale nel Vecchio Continente. Parliamo di eIDAS, il Regolamento entrato in vigore lo scorso 1 luglio, che promuove l’eliminazione delle barriere all’impiego a livello internazionale e transfrontaliero dei mezzi di identificazione elettronica utilizzati all’interno degli Stati membri, quantomeno per l’autenticazione nei servizi pubblici.

Lo specialista marchigiano di servizi fiduciari Namirial Group ha riunito oggi a Milano partner europei e portavoce delle istituzioni per parlare delle opportunità che si sono aperte con l’entrata in vigore di eIDAS. “Oggi, in questo evento, spieghiamo ai nostri partner (una settantina quelli presenti – ndr) che la nostra tecnologia ci assicura un vantaggio competitivo di almeno un semestre rispetto al resto del mercato – ha spiegato Enrico Giacomelli, fondatore e owner di Namirial –. E allora perché non sfruttare questo vantaggio per trovare nuove modalità di ingaggio dei clienti, promuovendo presso aziende e amministrazioni pubbliche l’uso di trusted service per migliorare la gestione delle transazioni?”. Una domanda che si sono fatti in molti. “Il recepimento di eIDAS – ha spiegato Andrea Servida, a capo della Unit Government and Trust della Commissione Europea – può fare da stimolo, volano dell’innovazione nei settori pubblico e privato. Inoltre offre a chi opera nel mercato della gestione documentale la possibilità di ampliare la gamma di servizi offerti, ma anche di erogarli in modo più economico, rapido e sicuro. Non esistono, allo stato attuale, vincoli normativi che impongano l’uso di servizi di verifica delle identità, marcatura temporale o simili, ma l’integrazione di questi servizi all’interno dei processi di business pubblici e privati favorirebbe una digital transformation più pervasiva e diffusa”.

eIDAS, ha ricordato Servida, ha un ruolo chiave nell’incoraggiare la trasformazione digitale tra gli Stati Membri e il Consiglio Europeo in ben 6 occasioni diverse ha confermato l’importanza del Regolamento in questione come abilitatore di nuove modalità di erogazione dei servizi di sicurezza sociale e giustizia, e-health ed e-procurement con ricadute evidenti non solo per i privati cittadini ma anche per le imprese e la PA. “Oggi, però, – ha puntualizzato Servida – occorre che l’impianto di eIDAS venga adattato alle nuove esigenze di organizzazioni e cittadini di tutta Europa. Bisogna includere nel Regolamento anche la gestione delle identità digitali degli oggetti, ed ecco perché i nostri gruppi di lavoro si stanno impegnando a definire le linee guida e principi che permetteranno di incorporare nel corpo normativo anche l’Internet of Things”.

“In Italia, per una volta tanto facciamo scuola e siamo un passo avanti rispetto alle nazioni dell’Unione”, ha detto Stefano Arbia di AgID, che ha snocciolato una serie di dati puntuali: 584 milioni di certificati di marcatura temporale (time stamps) generati dai service provider accreditati in Italia nel 2016 e oltre 665 milioni di remote qualified electronic signature già conformi con gli standard europei generate lo scorso anno. Il regolamento eIDAS non impone l’uso dei trusted service ma lo incoraggia in modo deciso. “L’interoperabilità cross border delle firme elettroniche aumenta il grado di sicurezza delle transazioni condotte online – ha continuato Arbia – e ha un effetto legale equivalente a quello della corrispondente firma autografa. Inoltre, il mutuo riconoscimento dell’identificazione digitale facilita la fornitura di servizi transfrontalieri che agevolano le attività di import/export e l’interazione con le autorità pubbliche degli altri Paesi Membri”.

Si tratta di una grande opportunità, quindi, per rivedere parecchi processi aziendali in ottica “fully digital”, completamente elettronica. “Proprio la direzione in cui va Live DTM, la nostra nuova soluzione di Digital Transaction Management onboarding”, ha spiegato Luigi Enrico Tomasini, ceo Namirial Group. Erogata in modalità SaaS (Software as a Service) prevede il supporto online, in tempo reale, del cliente finale di un servizio che prevede la gestione completa del documento digitale, dalla generazione alla condivisione per arrivare fino alla firma digitale, che rappresenta il momento più critico di tutto il processo. «In alcuni settori come quello assicurativo – spiega Antonio Taurisano, General Director della business practice Digital Transaction Management di Namirial – si riscontra un altissimo tasso di abbandono delle transazioni proprio per le difficoltà legate alla gestione di quello che io definisco l’ultimo miglio del ciclo di vita del documento digitale. Prima della firma, infatti, il documento è creato e distribuito, condiviso e modificato in modo completamente digitale e dopo questa fase succede lo stesso. Il punto critico è, proprio l’apposizione della firma. Quel che avviene tipicamente oggi è che il contratto viene stampato, firmato e sottoposto a scansione per poi essere reimmesso nuovamente nel flusso digitale sotto forma di file. La tecnologia, però, oggi ci permette di bypassare tutti questi passaggi, attraverso soluzioni di apposizione digitale della firma da remoto, via tablet, smartphone o altri device”.

Live TDM prevede un coinvolgimento diretto del cliente attraverso sessioni guidate di co-browsing all’interno del documento, per aiutarlo in tempo reale nella compilazione rapida e nella firma di moduli e contratti. Questo permette di ridurre sensibilmente i costi di acquisizione dei documenti abilitando un’interazione ancora più ricca sul documento stesso.

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