IL CASO

Trump azzera la privacy online: vendita dei dati senza consenso utenti

Dopo il via libera del Senato, arriva anche quello del Congresso: gli Isp non dovranno più chiedere il permesso agli utenti per vendere le info alle agenzie pubblicitarie. Smontata la riforma Fcc dell’era Obama. Ma si annunciano già i primi ricorsi

Pubblicato il 29 Mar 2017

A.S.

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Se la “demolizione” dell’Obamacare non è riuscita all’amministrazione Trump, altri provvedimenti voluti dall’ex presidente Usa stanno invece per essere smantellati. E’ il caso delle norme sulle privacy online approvate durante l’amministrazione Obama, che avrebbero dovuto entrare in vigore dal 4 dicembre 2017. A consentirlo è un progetto di legge, già passato in Senato la scorsa settimana, a cui ora ha dato la luce verde anche il Congresso, con 215 voti a favore e 205 contrari. La conseguenza sarà l’abolizione delle norme che avrebbero costretto gli internet service provider a chiedere il consenso degli utenti per poter vendere i loro dati, comprese le app scaricate e la cronologia delle loro ricerche, alle agenzie pubblicitarie. Ora per entrare in vigore il provvedimento dovrà passare alla firma del presidente Donald Trump, che si era già detto favorevole all’abolizione delle regole messe a punto dalla Federal Communication commission a ottobre 2016.

Ladecisione della Camera dei rappresentanti ha destato allarme nella Electronic Frontier Foundation (Eff), associazione che tutela i diritti civili online, e ha annunciato di voler dare battaglia, anche nei tribunali, perché le norme sulla privacy possano essere ripristinate. Dello stesso genere la reazione di Jeffrey Chester, direttore del Center for Digital Democracy (Cdd), secondo cui “gli americani non saranno mai al riparo dal fatto che i loro dati personali siano esaminati segretamente e venduti al miglior offerente”.

La cancellazione delle tutele, secondo l’interpretazione dei Repubblicani, consentirà agli internet service provider di giocare un ruolo da protagonisti nel campo della pubblicità online, dove oggi a spartirsi il mercato e le opportunità miliori sono principalmente gli Ott come Google e Facebook.

Secondo la ricostruzione del Washington Post, inoltre, sotto il mirino dei due rami della nuova amministrazione statunitense ora potrebbe finire la neutralità della rete, il principio cioè in base al quale non sono consentite discriminazioni sul traffico Internet, e i provider non possono trattare in modo diverso dati e connessioni dando priorità ad alcuni servizi a scapito di altri.

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