LA PROPOSTA

Web tax, Greco: “Contro elusione tracciare merci e finanza”

La proposta del procuratore capo di Milano: “Varare anche norme che incentivino l’uso della moneta elettronica”

Pubblicato il 04 Apr 2017

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Combattere l’elusione fiscale delle multinazionali attraverso “la tracciabilità dei flussi finanziari, delle merci, dei bit” e al tempo stesso “varare una normativa seria che incentivi l’uso della moneta elettronica e che ponga fine all’uso del contante in Italia”. E’ la “ricetta anti-elusione” del Procuratore capo di Milano, Francesco Greco, in audizione alla Commissione Industria e Finanze del Senato sul ddl di regolamentazione fiscale delle attività delle multinazionali del digitale. “La tracciabilità delle merci ha due punti di controllo che sono le dogane e i magazzini di stoccaggio che sono verificabili” mentre “la tracciabilità dei bit implica la collaborazione dei gestori”, ha spiegato Greco.

Il profitto di questi gruppi “non è allineato a quella dei normali commercianti”, ha aggiunto Greco, spiegando poi che gli “accertamenti” come quello su Apple, “ha riguardato solo la grande distribuzione” e “non le transazioni retail online che sono il 50% del ricavato” di questi colossi del web perché ci sono “grandi problemi in termini di accertamento”. Il Procuratore capo di Milano ha sottolineato che “nel mondo non è stata ancora trovata una soluzione omogenea” nell’affrontare la tassazione sul web, evidenziando anche la concentrazione di potere che hanno queste grandi multinazionali. E quindi in un quadro più ampio ha spiegato che il problema va affrontato “sotto il profilo dell’antitrust, della fiscalità e della tutela dei dati che vengono raccolti”

Greco ha poi fatto il punto sui procedimenti aperti nei confronti delle multinazionali. “Abbiamo avuto un procedimento nei confronti di Apple che si è definito – ha concluso Greco – e l’azienda Usa ha pagato 310 mln euro”. Greco ha spiegato che ci sono “enormi problemi in sede di accertamento ed investigazione” di queste multinazionali e “la Gdf ha indicato alcuni di questi problemi”. Tutti i gruppi “che abbiamo investigato hanno aderito all’accertamento fiscale e questo è significativo del fatto che qualche problema loro ce l’hanno quando si muove il fisco”, ha spiegato il Procuratore capo di Milano. Procedimenti aperti ci sono nei confronti di Google, Amazon e Facebook.

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