REPORT IDC

Cybersecurity, anche le commodity nel mirino degli hacker

Report Idc: il 60% delle multinazionali europee subirà attacchi finalizzati all’interruzione di produzione e distribuzione di beni e servizi. I dati restano comunque il bersaglio preferito, tanto che l’85% dei consumatori abbandonerà un servizio commerciale in seguito a una violazione

Pubblicato il 10 Apr 2017

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Nell’ultimo anno il 40% delle imprese italiane con più di 50 ha subìto almeno un data breach. E le imprese sopra i 250 addetti, i servizi e le infrastrutture critiche sono particolarmente sotto pressione, con frequenze di attacco superiori alla media anche di 5 volte. Gli ultimi dati diffusi da Idc segnalano una preoccupante estensione del perimetro del cybercrime alle commodity.

Non è un fenomeno che interessa solo l’Italia, visto che la società di ricerca stima che il 60% delle multinazionali in Europa subirà cyberattacchi finalizzati all’interruzione della produzione e distribuzione di beni materiali e immateriali. In altre parole, la maggior parte delle grandi aziende attive nel Vecchio Continente sarà sotto continui e sofisticati attacchi mirati a merci e servizi, oltre che a dati.

Alla base di questa espansione mirata c’è una lista di fattori, che sta alimentando questa crescita e contestualmente contribuendo a trasformare il mercato della sicurezza. Tra questi il processo di digital transformation avviato da gran parte delle imprese, che comporta l’uso sempre più diffuso di tecnologie mobili, servizi cloud e Internet of Things: il numero crescente di endpoint e il cambiamento dei processi aziendali alimentano un flusso di dati tale da esporre le aziende a nuovi rischi.

La sofisticatezza degli attacchi costringerà le multinazionali non solo ad aumentare le difese delle proprie infrastrutture, ma anche a pensare a come proteggere al meglio il proprio ecosistema, ovvero la catena del valore. Per questo motivo, sempre entro il 2019, Idc prevede che gli investimenti in cybersecurity rivolti alla supply chain saliranno al 25% del totale della spesa in sicurezza. Proteggere la catena del valore non sarà affatto un compito facile. Da una parte, perché il processo coinvolge una moltitudine di partner commerciali e industriali con una miriade di sistemi IT e processi di business. Dall’altra, perché l’adozione crescente di tecnologie e reti IoT, se è vero che migliora lo scambio e la raccolta dei dati, aumenta anche il rischio di falle lungo l’intera catena.

Le ricadute di questi cyberattacchi sui consumatori saranno pesanti. Entro la fine del prossimo anno, l’85% dei consumatori residenti in Europa abbandonerà un servizio commerciale in seguito ad una violazione dei dati personali. Gli attacchi alle grandi aziende faranno salire il livello di guardia dei consumatori nei confronti della data privacy. Questo comporterà per le imprese un ulteriore danno economico: la perdita di clienti. Un problema di non poco conto, che obbligherà le aziende a mettere in piedi modelli intelligenti di trattamento dei dati, con l’obiettivo di velocizzare la scoperta e la risposta alle minacce.

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