IL LIBRO

La sfida dei media tra comunicazione e disintermediazione

Pericoli e opportunità delle nuove forme di comunicazione al centro dell’evento di presentazione del libro “Disintermediazione e nuovi media: come cambia la comunicazione” di Sofia Gorgoni e Pierangelo Fabiano.

Pubblicato il 25 Mag 2017

Carlo Salatino

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Il percorso evolutivo della comunicazione è stato testimone di numerose innovazioni tecnologiche che hanno contribuito progressivamente a plasmarne e definirne modalità, obiettivi e raggio d’azione. Oggi, nell’epoca del capitalismo digitale, la disintermediazione abilitata dalle grandi piattaforme web OTT, quali Facebook, Google e Amazon sta rivoluzionando sempre più le logiche di tutti i settori e attività di business tra cui in modo particolare la comunicazione.

Gli impatti di questa rivoluzione sono stati al centro di interessanti riflessioni da parte di autorevoli esponenti del mondo della comunicazione intervenuti in occasione della presentazione del saggio “Disintermediazione e nuovi media: come cambia la comunicazione” di Sofia Gorgoni e Pierangelo Fabiano.

Dopo il saluto introduttivo del giornalista Franco Ferraro, l’autore del libro Pierangelo Fabiano ha subito evidenziato come il cambiamento della comunicazione incida sempre più in modo trasversale a tutte gli ambiti di business. In tale contesto, l’interesse dei due autori è stato orientato maggiormente alla descrizione di best practice reali.

Carlotta Ventura, Direttore Central Brand Strategy e Comunicazione di Ferrovie dello Stato, ha esordito affermando che i social media se ben interpretati e utilizzati producono effetti positivi sull’azienda. In particolare, per una corretta e proficua gestione dei nuovi canali di comunicazione è necessario disporre di risorse adeguate avvalendosi anche di figure altamente specializzate, come il Data Scientist, per condurre sofisticate analisi semantiche finalizzate alla massimizzazione del valore estraibile dalle discussioni in rete. Non mancano tuttavia i pericoli. Stabilendo, infatti, un rapporto di tipo uno a uno sui social, se l’azienda non riesce a mantenere quanto dichiarato, è soggetta quasi sicuramente a un calo di credibilità andando a ledere di fatto il valore del proprio brand. Sul versante politico, un importante elemento di attenzione è rappresentato dalla possibilità che l’opinione pubblica si formi principalmente tramite fake news.

L’intervento di Antonio Funiciello, Capo staff del Presidente del Consiglio dei Ministri, è stato incentrato sul duplice effetto sulla comunicazione politica che generalmente si ha in occasione dell’irruzione sulla scena di un nuovo medium. A livello quantitativo si assiste a un deciso allargamento dello spazio riservato al dibattito pubblico mentre sul piano qualitativo si ha un condizionamento generale degli old media. Ad esempio, negli anni 20’ del secolo scorso negli Stati Uniti vi fu l’avvicendamento tra carta stampata e broadcast radio. Questa stabilì di fatto una nuova modalità di engagement con il pubblico risultando essenziale per il successo delle politiche radicali portate avanti dal presidente Roosevelt. Il nuovo medium risulta funzionale, quindi, alla gestione di situazioni di crisi economiche e sociali e alla gestione del consenso impattando anche sulla natura stessa del contenuto. Le recenti vicende politiche, dall’affermazione del Movimento 5 Stelle al successo di Donald Trump, certificano l’influenza crescente dei social media e delle nuove forme di comunicazione sul web. Relativamente ai pericoli legati alle nuove forme di comunicazione, il tema dell’hate speech in ambito politico riveste un ruolo di primo piano.

Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, ha sottolineato, come oggigiorno fare comunicazione risulti più faticoso per essere sempre just in time su tutti i media. Per quanto riguarda la problematica delle fake news, una soluzione potrebbe essere quella di richiedere alle piattaforme OTT la rimozione dell’anonimato, funzionale spesso alle campagne di odio che talvolta finiscono anche per incidere sui processi decisionali influenzando le idee dei politici. La disintermediazione, inoltre, pone anche un problema di qualità dell’informazione dato che spesso si è in assenza di un filtro critico e consapevole. In tale ottica, è necessario continuare a consultare basi di conoscenza autorevoli e qualificate rappresentati da libri e dai media tradizionali. In chiusura anche l’autrice Sofia Gorgoni ha ribadito la trasversalità della disintermediazione e l’importanza del giornalismo di professione quale veicolo privilegiato di informazione di qualità.

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