VERSO L'ASSEMBLEA

Google, azionisti sul piede di guerra: sotto accusa compensi e spese di lobbying

Mercoledì l’assemblea degli azionisti di Alphabet: Iss, Glass Lewis e Pirc hanno raccomandato ai soci di opporsi al cda sulla proposta di retribuzione all’Ad Pichai. Nel mirino anche la disparità salariale uomo-donna. Intanto il titolo sfonda per la prima volta i 1000 dollari

Pubblicato il 05 Giu 2017

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Proxy advisor sul piede di guerra in vista della riunione annuale degli azionisti di Alphabet, la holding a cui fa capo Google, prevista per mercoledì. Secondo il Financial Times, per la società non sarà una passeggiata a causa del crescente malcontento dei soci su alcune questioni legate alla governance aziendale.

Secondo le fonti sentite dal quotidiano, ISS, Glass Lewis e Pirc, tre dei più influenti consulenti dei grandi investitori hanno raccomandato agli azionisti di opporsi al consiglio di amministrazione su una serie di temi, compreso il pacchetto di compensi da 200 milioni di dollari previsto per il 2016 all’amministratore delegato Sundar Pichai, e l’equità dei compensi, in particolare quelli delle dipendenti donne, dopo le critiche mosse dal Dipartimento del Lavoro americano nonché la trasparenza delle spese per le attività di lobby politica, con gli investitori che chiederanno di avere più notizie sulle spese della società. “Dopo i significativi voti di protesta avuti durante la riunione degli azionisti dell’anno scorso, c’è ampia insoddisfazione su aspetti di governance aziendale generale”, ha fatto sapere Glass Lewis.

Lo scorso aprile il Dipartimento del Lavoro aveva accusato Google di pagare “sistematicamente” le sue dipendenti donne meno degli uomini. Durante un’indagine di routine su Google, il Dipartimento ha rinvenuto sostanziali differenze nei salari fra donne e uomini. Google in qualità di contractor federale è oggetto di indagini periodiche per accertare il rispetto delle norme che vietano la discriminazione fra i dipendenti. Alla luce della scoperta, le autorità americane hanno chiesto a Google l’accesso a più dati sui compensi per accertare le indicazioni ancora preliminari emerse dalle indagini. Google aveva respinto seccamente l’accusa: “Ogni anno conduciamo un’ampia e approfondita analisi sui compensi e non abbiamo rinvenuto nessuna disparità. Il Dipartimento del Lavoro non ha fornito nessun dato o condiviso la metodologia usata”.

Intanto la big company sfonda quota 1.000 dollari per azione. I titoli di Alphabet, la holding a cui fa capo Google, salgono dello 0,71% a 1.003,18 punti. Google entra così nel ristretto club delle aziende con titoli che valgono più di 1.000 dollari. Fra queste c’è Amazon, ma anche Priceline con i suoi 1.861 dollari per azione.

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