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Strasburgo, missione anti-fake news: “Legislazione ad hoc”

Votata dal Parlamento europeo una risoluzione che chiede alla Commissione Ue un focus per stoppare errori e abusi degli algoritmi. L’obiettivo è lo sviluppo di linee guida e l’elaborazione di norme ulteriori per la diffusione delle bufale online

Pubblicato il 15 Giu 2017

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Parlamento europeo, missione anti-fake news. In una risoluzione approvata dalla plenaria Strasburgo chiede alla Commissione Ue di investigare sui possibili errori e abusi di algoritmi che possono portare a discriminazione, concorrenza sleale o violazioni della privacy. L’obiettivo è lo sviluppo di linee guida che consentano di far rispettare le norme in materia di responsabilità. Ma si chiede anche di analizzare la possibilità di un’ulteriore legislazione per limitare la diffusione di ‘fake news’.

Le normative esistenti che si applicano alle piattaforme online devono essere aggiornate all’era digitale, sottolineano gli eurodeputati. Le stesse piattaforme, secondo il testo votato oggi, dovranno prendere alcune misure per assicurare il rispetto della privacy degli utenti e informazioni accurate, per combattere la diffusione di materiali e contenuti illegali con misure di co-regolamentazione e autoregolamentazione (come il tracciamento dei trasgressori recidivi e il monitoraggio delle pagine internet dai contenuti inappropriati o illegali) e contrastare la diffusione delle fake news, fornendo agli utenti strumenti per riconoscere le notizie false. Ancora, le piattaforme online dovrebbero tra le altre cose informare precisamente gli utenti su quali dati personali vengono raccolti e sul loro utilizzo.

Le fake news sono al centro di un forte dibattito, non solo europeo. In Italia il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella ritiene necessario intervenire sul problema escludendo però “forme di censura o di controllo pubblico”. “Credo – ha spiegato – che bisognerebbe intervenire su questo settore certamente non con forme di censura, ma valorizzando le forme di autoregolamentazione delle piattaforme e valorizzando soprattutto il ruolo degli editori tradizionali e dei giornalisti”.

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