IL PIANO

Pmi digitali, Calenda: “A luglio delibera Cipe sui voucher”

Il ministro dello Sviluppo economico: “Il ritardo sullo stanziamento dei fondi legato alla copertura finanziaria, in futuro gli automatismi previsti dal piano Industria 4.0 accelereranno l’erogazione delle risorse”

Pubblicato il 28 Giu 2017

carlo-calenda-161025164816

Una delibera del Cipe assegnerà fondi per favorire la digitalizzazione delle Pmi, dopo sarà stabilita la tempistica per la presentazione delle domande. Ad annunciarlo nel corso del Question Time alla Camera è il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. “Le difficoltà che finora hanno precluso l’entrata in operatività del voucher per favorire la digitalizzazione delle Pmi risiedono nelle tre diverse fonti di copertura finanziaria – ha spiegato il ministro – L’apertura dei termini per la presentazione delle domande di accesso delle agevolazioni potrà essere predisposta dal Mise solo successivamente all’adozione della delibera Cipe. Il provvedimento è stato discusso nell’ultima riunione preparatoria del Cipe di gennaio e sarà valutata nella riunione di luglio del Comitato”.

La digitalizzazione e l’innovazione tecnologica di tutte le imprese, sottolinea ancora Calenda, “sono tra i temi al centro di Industria 4.0 che ha il pregio di prevedere misure prevalentemente automatiche proprio per evitare ritardi che spesso le implementazioni delle misure a bando ha generato negli ultimi anni. Credo che i voucher per la digitalizzazione siano un esempio più lampante del fatto che questo tipo di incentivi a bando con fonti finanziarie miste sono da evitare per il passato nel modo più assoluto”.

Secondo i numeri dell’Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano il mercato dell’industria 4.0 italiano vale 1,7 miliardi, più 300 milioni di “indotto”, cresce a doppia cifra ma deve ancora esprimere il vero potenziale. Il Piano nazionale, pur avendo già attivato il 61% delle imprese, che sta valutando attivamente come sfruttarlo, è partito da pochi mesi e solo a fine anno sarà possibile verificare davvero la portata dell’effetto-Calenda. Comunque, le prospettive sono quelle di una crescita importante.

Il quadro che emerge dalla ricerca sull’industria 4.0 italiana è positivo: l’Italia si è messa in moto. Attenzione però a non sottovalutare alcuni elementi essenziali per sostenere lo sviluppo, come la presenza di adeguate competenze e la capacità di rispondere alla domanda crescente. Il mercato dei progetti di Industria 4.0, che comprende soluzioni IT, componenti tecnologiche abilitanti su asset produttivi tradizionali e servizi collegati, ha raggiunto in Italia un valore di circa 1,7 miliardi di euro nel 2016 (l’84% verso imprese italiane, il resto come export), a cui va aggiunto un indotto di circa 300 milioni di euro in progetti “tradizionali” di innovazione digitale.

Il mercato, rileva il report Polimi, è in crescita del 25% rispetto al 2015. Il 63% del mercato riguarda progetti Industrial IoT, analytics, cloud e robotica avanzata. Tuttavia, il vero potenziale appare ancora nascosto perché alcune imprese per definire gli investimenti hanno atteso la pubblicazione del Piano Nazionale Industria 4.0 e dei chiarimenti fiscali collegati. Se i numeri dei primi mesi dell’anno saranno confermati (nel 1° trimestre 2017 stima l’Osservatorio il tasso di crescita è stato del 30% più alto rispetto al 2016), in due anni l’Italia avrà quasi raddoppiato gli investimenti per la trasformazione digitale, recuperando il ritardo rispetto alle situazioni internazionali più mature, con il rischio concreto però di un eccesso di domanda rispetto alla capacità di consegna dei fornitori.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati