L'INIZIATIVA

Regioni “smart”, sul piatto 67 mld di fondi Ue: focus su e-mobility e big data

La Commissione vara una serie di iniziative per lo sviluppo sostenibile dei territori. All’Italia risorse pari a 6,7 miliardi: Emilia Romagna esempio da seguire

Pubblicato il 18 Lug 2017

Federica Meta

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La Commissione europea sostiene la “specializzzione intelligente” delle regioni. Bruxelles ha lanciato una serie di iniziative per aiutare le regioni europee a investire nei loro settori di nicchia competitivamente forti attraverso la cosiddetta “specializzazione intelligente”. In particolare, la Commissione lancerà due progetti pilota per fornire sostegno mirato alle sfide che le regioni affrontano nella transizione industriale dovuta alla globalizzazione e per promuovere partenariati interregionali di innovazione nei settori dei big data, della bio-economica, dell’efficienza delle risorse e della mobilità interconnessa.

Per sostenere le circa 120 strategie di specializzazione già sviluppate, sono a disposizione oltre 67 miliardi, secondo le stime di Bruxelles, fra i fondi strutturali e di investimento e quelli nazionali e regionali. In Italia, che la Commissione considera fra i paesi “innovatori moderati” il bilancio è di 6,7 miliardi fra fondi Ue e nazionali per la ricerca e l’innovazione.

“Per raccogliere i frutti della globalizzazione dobbiamo creare contesti favorevoli dove i progressi compiuti nel commercio e nella tecnologia possano concretizzarsi – spiega il vicepresidente della Commissione, Jyrki Katainen – Le strategie di investimento e di innovazione a livello locale sono fondamentali per affrontare questa sfida ed emancipare le nostre regioni”. Secondo la commissaria responsabile della Politica di coesione, Corina Cretu, con la specializzazione intelligente “possiamo aiutare le nostre regioni a dotarsi di strumenti adeguati a una crescita solida e duratura”. In una conferenza stampa con Katainen e Cretu, il segretario generale di Eurochambers, Arnaldo Abruzzini, ha detto di sostenere l’iniziativa che può contribuire a rafforzare la competitivita’ del settore privato.

In questo quadro l’Emilia Romagna è considerata dalla Commissione europea una regione “faro” per le strategie di specializzazione intelligente. In Emilia Romagna, indica Bruxelles, “la partnership a livello regionale ha individuato sanità e benessere come priorità e sta combinando diverse tecnologie chiave insieme alla biomedicina per sviluppare innesti e impianti di precisione personalizzati”. Altri esempi faro sono l’attività di ricercatori e coltivatori nell’hig-tech agricolo in Estremadura (Spagna) e la commercializzazione delle risorse naturali artiche a Lapland, in Finlandia.

La “specializzazione intelligente” è stata introdotta nel 2014 in tutti i programmi di politica regionale. E ora Bruxelles intende espandere progetti fra regioni diverse che possono trovare l’interesse dei finanziatori (banche ma non solo) che possono creare catene del valore europee in settori prioritari come i big data, la bioeconomia, l’efficienza delle risorse, la mobilita’ interconnessa o la fabbricazione avanzata.

Gli inviti a manifestare interesse per le iniziative regionali pilota sulla transizione industriale saranno lanciati nell’autunno di quest’anno. I partenariati interregionali saranno costituiti durante il 2017 e realizzati durante il 2018.

Nella scheda sull’Italia, la Commissione indica che il paese è considerato un innovatore moderato. Secondo lo scoreboard 2017 i leader nell’innovazione nella Ue sono Danimarca, Finlandia, Germania, Olanda, Svezia e Regno Unito che superano la media europea del 320% o più. Forti innovatori sono considerati Austria, Belgio, Francia, Irlanda, Lussemburgo e Slovenia: sono sopra la media Ue. Innovatori moderati, oltre all’Italia sono Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna: sono sotto la media Ue.

Infine gli innovatori modesti: Bulgaria e Romania, sotto la media Ue di oltre il 50%. Il rendimento in termini di innovazione è migliorato in 15 Stati membri rispetto al 2016. Lituania, Malta, Paesi Bassi, Austria e Regno Unito sono i paesi in cui l’innovazione registra l’espansione più celere. Da un punto di vista globale la Ue sta recuperando terreno rispetto a Canada e Stati Uniti, ma Corea del Sud e Giappone si sono portati in testa.

A livello internazionale la Cina mostra i progressi più rapidi. I leader Ue per settore specifico di innovazione sono: Danimarca per risorse umane e ambiente favorevole all’innovazione; Lussemburgo per sistemi di ricerca attrattivi e patrimonio intellettuale; Finlandia per finanziamenti e sostegno; Germania per investimenti delle imprese; Irlanda per innovazione nelle pmi e ripercussioni sull’occupazione; Belgio per reti e collaborazione nel campo dell’innovazione; Regno Unito per effetti sulle vendite.

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