STRATEGIA

Svolta Google, asse con gli editori per vendere abbonamenti

Novità per le news: le testate potranno decidere quanti contenuti proporre gratis. Più facile la sottoscrzione delle notizie a pagamento. In arrivo sistemi di machine learning per intercettare nuovi lettori. Progetto a regime a metà del 2018

Pubblicato il 02 Ott 2017

Federica Meta

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Limitare i contenuti gratuiti e porre fine alla politica del “primo click gratis”. E’ la nuova strategia annunciata da Google, per sostenere i ricavi degli editori in difficoltà per il passaggio dal cartaceo al digitale. “Credo che Google e gli editori di notizie condividano una causa comune – ha spiegato il vicepresidente del colosso Usa, Philipp Schindler – I nostri utenti danno valore al giornalismo di alta qualità”. La più significativa delle misure annunciate è l’adozione di un modello flessibile che permetterà agli editori di esigere la sottoscrizione di un pagamento in qualsiasi momento; le testate potranno decidere se mostrare gli articoli gratuitamente o prevedere una forma di pagamento per una parte o per l’intero contenuto.

Nel dare il via a quello che definisce un “processo a lungo termine”, Google, nel nome della condivisione, presterà la sua assistenza agli editori per capire come semplificare il processo di acquisto dei contenuti da parte dell’utente e, nel lungo periodo, intende “aiutare gli editori a raggiungere nuovi lettori, far crescere gli abbonamenti e i ricavi sviluppando una suite di prodotti e servizi”, si legge nel blog aziendale.

Infatti, “sebbene le ricerche mostrino che le persone stanno cominciando ad abituarsi a pagare per le notizie – sottolinea Mountain View – talvolta la macchinosità del processo per attivare un abbonamento può rappresentare un disincentivo e ovviamente questa non è una buona notizia per gli editori di news che vedono negli abbonamenti una fonte di fatturato di crescente importanza. Il nostro obiettivo è far si che gli abbonamenti funzionino in modo semplice ovunque e per tutti”.

Al centro della nuova strategia il sistema “flexible sampling” grazie al quale ogni editore sceglierà quanti articoli gratuiti garantire ai lettori. Successivamente Google metterà a disposizione – Mountain View già sta esplorando la possibilità – soluzioni di machine learning per aiutare gli editori a riconoscere potenziali abbonati e proporre l’offerta giusta agli interlocutori giusti e nel momento giusto. Per semplificare gli abbonamenti l’idea di Google è di sfruttare le loro tecnologie per l’identità e i pagamenti per aiutare le persone ad abbonarsi ad una testata con un solo click e poi accedere al contenuto di questa testata da qualunque device.

l rilascio dei prodotti non avverrà immediatamente, ci saranno “beta” negli Stati Uniti e in Europa. Google ha annunciato che l’intero progetto dovrebbe essere funzionale entro la metà del 2018.

La decisione di passare alla “prova flessibile” arriva dopo un periodo di ricerche e di test congiunti con il New York Times e il Financial Times. Proprio da questi due quotidiani vengono i primi commenti positivi. “Siamo anche incoraggiati dal desiderio di Google di considerare altri modi di supportare i modelli di business in abbonamento e siamo felici di continuare a lavorare con loro per costruire soluzioni intelligenti al problema”, ha commentato Kinsey Wilson, adviser di Mark Thompson, ceo del New York Times. E per Jon Slade, chief commercial officer di FT, “è importante ora costruire su quanto finora discusso e accelerare il processo”.

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