FISCO

Amazon, stangata dall’Antitrust Ue: “Restituisca 250mln al Lussemburgo”

L’authority conclude la sua indagine sul colosso dell’e-commerce: “L’azienda ha ricevuto vantaggi fiscali non dovuti, tre quarti dei suoi profitti non sono stati tassati”. La società: “Sempre pagato tutto, valutiamo ricorso”

Pubblicato il 04 Ott 2017

A.S.

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E’ una stangata dal 250 milioni di euro quella che l’autorità Antitrust europea ha deciso per Amazon a conclusione della propria indagine, partita a ottobre 2014, sull’accordo fiscale di tax ruling che il colosso dell’e-commerce aveva stretto nel 2013 con il governo lussemburghese. Secondo l’analisi dell’Antitrust Ue il Lussemburgo ha dato ad Amazon “vantaggi fiscali non dovuti per 250 milioni di euro”, che ora il granducato è chiamato a recuperare dell’azienda. La condotta sarebbe illegale, secondo le conclusioni dell’authority, “perché ha consentito ad Amazon di pagare molte meno tasse di altre aziende”. Traducendo queste cifre in modo più comprensibile, l’Antitrust sottolinea che con il tax ruling non dovuto stipulato con il Lussemburgo la società ha ottenuto che “tre quarti dei suoi profitti non sono stati tassati”.

“Il Lussemburgo ha concesso ad Amazon vantaggi fiscali illegali, con il risultato che quasi tre quarti degli utili della società non sono stati tassati – afferma Margrethe Vestager, commissaria responsabile della Concorrenza – In altre parole, è stato concesso ad Amazon di pagare quattro volte meno imposte rispetto ad altre imprese locali soggette alle stesse regole. Ciò è illegale ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato. Gli Stati membri non possono concedere a multinazionali vantaggi fiscali selettivi che non concedono ad altre imprese”.

Non si è fatta attendere la risposta di Amazon, affidata a un comunicato: “Riteniamo che Amazon non abbia ricevuto alcun trattamento speciale dal Lussemburgo e di aver pagato le tasse in piena conformità con la legislazione fiscale lussemburghese e internazionale”, recita la nota, con cui il colosso dell’e-commerce annuncia di voler valutare le opzioni legali possibili, “tra cui il ricorso in appello”. “I nostri 50mila dipendenti in tutta Europa – conclude il comunicato – rimangono focalizzati a offrire il miglior servizio ai nostri clienti e alle centinaia di migliaia di piccole imprese”.

E’ la seconda volta che il Lussemburgo, paese d’origine del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, che lo ha guidato per 20 anni, viene colpito dall’Antitrust europeo: nell’ottobre di due anni fa erano stati giudicati illegali gli accordi fiscali preventivi concessi a Fiat Finance and Trade, mentre è ancora aperto il caso McDonald’s. Quanto ai big del Web, solo un anno fa l’Antitrust Ue aveva bocciato i fiscal ruling concessi dall’Irlanda a Apple, con 13 miliardi da restituire al fisco.

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