L'ANALISI

Europa “disunita” sul 5G, a rischio l’obiettivo 2020

Iniziative frammentate e mancanza di una roadmap comune: molti i progetti ma senza una vision d’insieme difficilmente i servizi commerciali potranno debuttare nei tempi prefissati. La questione più urgente è la disponibilità dello spettro

Pubblicato il 27 Ott 2017

A.L.

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Appare ancora incerto e frammentato il quadro europeo sui servizi 5G, lo standard del futuro per il mobile: manca una roadmap comune e ci troviamo di fronte a strategie nazionali spesso molto differenti tra loro che renderanno complicato adeguarsi in tempi brevi alle indicazioni Ue.

Secondo le previsioni dell’Unione, il 5G dovrebbe entrare nella fase commerciale entro il 2020, con proroga al 2022 solo per i Paesi che lo richiedono e solo in base a certe condizioni, ma attualmente risulta difficile pensare che si possano rispettare queste scadenze visto che manca una posizione comune anche sull’utilizzo dei 400 Mhz di spettro.

Il nodo da sciogliere, per rispettare il calendario Ue, è sicuramente legato alla disponibilità di spettro per i servizi 5G anche alla luce delle difficoltà per il raggiungimento dell’accordo tra Commissione e Paesi membri sulla gestione delle frequenze – 700 MHz; 3.4-3.8 GHz e 26GHz – in molti casi già assegnate ad altri operatori attivi, rispettivamente, nei servizi televisivi, fixed wireless access (FWA) e Wireless Local Loop (WLL).

Gli Stati membri stanno procedendo in ordine sparso. In Italia l’asta dovrebbe essere il prossimo anno mentre si attendono dal Ministero dello Sviluppo economico i criteri l’assegnazione della porzione di spettro che andrà al 5G.

A marzo 2017, l’Agcom ha avviato una indagine conoscitiva sul 5G.

Obiettivo: raccogliere il parere dei player su come l’attuale contesto regolamentare possa impattare sullo sviluppo tecnologico e commerciale futuro della rete di quinta generazione con riferimento alla banda 3.4-3.8.

Il Mise ha, intanto, individuato all’interno della banda 3.4-3.8 GHz, la porzione 3.7-3.8 GHz, per la realizzazione di proposte progettuali per l’avvio di sperimentazioni pre-commerciali 5G da parte di operatori interessati visto che le frequenze nella porzione 3.4-3.6 GHZ sono attualmente occupate dal Ministero della Difesa e in parte sono assegnate a operatori come Tim, Tiscali e Linkem fino al 2022.

Per quanto riguarda gli altri Ue, al momento, solo Irlanda e Repubblica Ceca hanno concluso l’asta per la banda 3.4 Ghz-3.8 Ghz, individuata dall’RSPG come la “pioneer band” del 5G. Regno Unito, Belgio, Austria e Svizzera prevedono l’assegnazione delle risorse nel 2018/2019; Germania, Spagna e Francia nel 2018. Finlandia e Svezia stanno conducendo test su larga scala sui 26 GHz e prevedono di rendere disponibile 1 GHz entro la fine di quest’anno.

In Irlanda l’asta si è chiusa a maggio con un incasso di 78 milioni di euro: 350 i Mhz distribuiti in 594 lotti suddiviso fra 5 aree urbane e 4 rurali.

Ad aggiudicarsi le licenze della durata di 15 anni: Vodafone, Three, Meteor Mobile Communications, Airspan e Imagine Communications.

A luglio è stata la volta della Repubblica Ceca con una gara da 39 milioni di euro. Le frequenze sono state assegnate a Nordic Telecom 5G, O2 Czech Republic, PODA, Vodafone Czech Republic.

Nel Regno Unito l’Ofcom ha lanciato due consultazioni, l’ultima chiusa a settembre, con l’obiettivo di rendere disponibili in vaste aree del Paese i servizi mobili 5G su banda 3.6GHz-3.8GHz, ma non necessariamente a livello nazionale prima del 2022.

Base d’asta: 1 milione di sterline per un blocco di 5 MHz nella banda da 3,4 GHz.

L’Austria dovrebbe essere il quarto Paese ad assegnare le frequenze 3.4GHz-3.8GHz per il 5G. L’obiettivo dall’Autorità per le tlc (RTR) è di procedere all’asta dello spettro nel secondo o terzo trimestre del 2018.

In Germania gli operatori avevano tempo fino al 30 settembre per manifestare il loro interesse per le bande di spettro da 2GHz e 3,4-3,8GHz in previsione dell’asta che si terrà col nuovo anno.

In Francia l’Autorità per le tlc (Arcep) intende avviare l’allocazione delle bande 3.5GHz e 2.6GHz entro quest’anno.

In Spagna la banda 3.4-3.6 GHz è già assegnata e potrebbe essere utilizzata per il 5G sulla base del principio della neutralità tecnologica, mentre la porzione di spettro 3.6-3.8 GHz potrebbe essere usata per i servizi mobili di prossima generazione dal 2018.

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