TIM-VIVENDI

Golden Power, pronto l’emendamento taglia-sanzioni

La proposta di modifica nel dl fisco. Il ministro Calenda: “Se c’è collaborazione può essere abbassato l’attuale livello minimo della multa ora fissato all’1% del fatturato”

Pubblicato il 08 Nov 2017

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L’emendamento al decreto fiscale che attenua le sanzioni per le violazioni della normativa sul golden power nel caso in cui ci sia un accordo tra le parti “è ultimato, credo vada presentato entro venerdì 10, lo presenteremo”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, a margine di un convegno a Confindustria, spiegando che “è costruito” in modo che “se c’è una collaborazione, quindi si raggiunge un accordo, può essere diminuito l’attuale livello minimo della sanzione che è fissato nell’1% del combinato del fatturato, quindi molto elevato”. La modifica potrebbe quindi avere un impatto anche sul dossier Tim-Vivendi.

La modifica riguarderebbe uno dei commi delle nuove norme sui poteri speciali. Prevede che in applicazione del principio di proporzionalità e adeguatezza, “qualora il limite edittale minimo previsto per le singole fattispecie risulti manifestamente eccessivo rispetto al valore dell’operazione, al fatturato della società sanzionata, al comportamento tenuto dalle parti per l’eliminazione o l’attenuazione delle conseguenze della violazione, nonché al pericolo di pregiudizio per gli interessi tutelati”, la sanzione possa può essere inferiore “al minimo edittale” previsto dalla legge.

IL 16 ottobre il Governo ha esercitato il golden power su Telecom Italia, approvando il relativo provvedimento del presidente del Consiglio sui poteri speciali. Una “manovra snella e no lacrime e sangue” aveva commentato il premier Paolo Gentiloni.

La misura, relativa alla presenza di Vivendi nell’azionariato del gruppo di Tlc, arriva dopo l’estensione dei Poteri speciali anche ai settori relativi all’ordine pubblico, decisa dal Consiglio dei Ministri di venerdì scorso e all’approvazione delle norme antiscorrerie che obbligheranno gli acquirenti di partecipazioni in società quotate in borsa a dichiarare le proprie intenzioni circa le aziende una volta che avranno raggiunto una partecipazione di almeno il 10%

Calenda aveva illustrato la linea del governo parlando di approccio al golden power in modalità “equa ed equilibrata, non punitiva”, senza immaginare lo scorporo di Sparkle da Tim. Oltre alla decisione sull’applicazione del decreto golden power su Tim pendeva, appunto, anche l’incognita della multa per mancata notifica.

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