LA MOBILITAZIONE

Black Friday a rischio in Italia, scioperano i lavoratori Amazon di Piacenza

Gli addetti dello stabilimento di Castel Giovanni incroceranno le braccia dalla mattina del 24 novembre fino a quella del 25. Si chiede un miglior trattamento economico e maggiore conciliazione tra tempi di vita e di lavoro

Pubblicato il 22 Nov 2017

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A rischio il Black Friday di Amazon in Italia. I lavoratori dello stabilimento di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, incroceranno le braccia proprio il venerdì 24 novembre. Lo sciopero, votato in assemblea su proposta delle organizzazioni sindacali, inzierà con il turno mattutino del 24 novembre e terminerà all’inizio del turno mattutino del 25 novembre. La mobilitazione – nella sede lavorano oltre 1600 dipendenti che diventano 2000 nei periodi di maggiore richiesta – potrebbe avere effetti anche sul successivo Cyber Monday: un periodo caldissimo per gli acquisti online, secondo le stime infatti solo in quei giorni in Italia sono previste vendite per un valore totale di 800 milioni di euro.

I dipendenti chiedono un miglior trattamento economico. “Sul tema dei riconoscimenti economici per i lavoratori – spiega una nota sindacale – dopo un lungo confronto che ha ottenuto il giusto riconoscimento contrattuale per quanto concerne il livello retributivo, non vi è stata alcuna apertura concreta ai fini del miglioramento delle retribuzioni o della contrattazione di un premio aziendale. Si tenga conto che Amazon Italia ha avuto una crescita enorme. I soldi da redistribuire ci sono. Si aggiunga, a supporto delle richieste delle maestranze, che i ritmi lavorativi non conoscono discontinuità, le produttività richieste sono altissime ed il sacrificio ulteriore richiesto (straordinari obbligati, lavoro notturno ormai strutturale su quasi tutto l’anno e nel periodo di picco organizzato su 6 giorni settimanali, lavoro domenicale) non trova incremento retributivo oltre i minimi del ccnl. Anche un premio una tantum per il picco natalizio ha trovato il “no” deciso”.

Ma si sciopera anche per un maggiore equilibrio tra tempi di vita e tempi di lavoro. “La “filosofia” Amazon prevede come imperative le ragioni tecnico produttive e solo eccezionali le esigenze delle persone che vengono vagliate dal management solo alla luce di comprovate e certificate esigenze finendo per essere talvolta respinte e talaltra paternalisticamente “considerate” – proseguono Cgil, Cisl, Uil e Ugl  – In risposta a queste ed altre esigenze le organizzazioni sindacali avevano presentato, oltre un anno fa, una piattaforma, votata dai lavoratori, per un contratto integrativo aziendale che ha trovato il netto rifiuto da parte aziendale”.

E Amazon? Sul Sole 24 Ore si era difesa così. “Abbiamo ricevuto nei mesi scorsi una proposta di piattaforma integrativa da parte delle organizzazioni sindacali. A seguito di un’attenta analisi, abbiamo ritenuto la proposta ricevuta non in linea con una visione di sviluppo a lungo termine del centro di distribuzione di Castel San Giovanni. In Italia così come negli altri Paesi in Europa in cui siamo presenti, manteniamo relazioni con le rappresentanze dei lavoratori e le organizzazioni sindacali; allo stesso tempo manteniamo la nostra politica della porta aperta che incoraggia i dipendenti a trasferire i loro commenti, le loro domande e le loro preoccupazioni direttamente al proprio management team”.

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