L'EMERGENZA

E-health 4.0, i chatbot al servizio delle unità di diagnosi

Grazie alla collaborazione tra Microsoft e Inail, le strutture sanitarie italiane si possono avvalere gratuitamente della soluzione Healthcare Bot per rendere accessibile sul proprio portale un assistente digitale per l’autovalutazione dei sintomi del coronavirus. I casi dello Spallanzani, dell’ Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata e dell’Asl Napoli 3 Sud

Pubblicato il 10 Apr 2020

Domenico Aliperto

chatbot

Attraverso una collaborazione con Inail, Microsoft ha messo a disposizione delle unità diagnostiche italiane predisposte per l’emergenza coronavirus il proprio Healthcare Bot, che può essere facilmente adottato o personalizzato da istituti di qualsiasi dimensione per affrontare la pandemia attraverso una migliore autovalutazione dei sintomi. Facendo leva sulla piattaforma cloud Azure e sull’Intelligenza Artificiale di Microsoft, il chatbot integra set di informazioni sul Covid-19 in riferimento a valutazione del rischio, triage clinico, Faq e metriche globali e può rispondere in modo interattivo alle domande dei pazienti e aiutarli a discernere le azioni da intraprendere, liberando così il tempo del personale medico e ospedaliero ed evitando rallentamenti nell’erogazione delle cure. A livello globale – spiega Microsoft in una nota – nell’ultimo mese il bot ha già offerto consulenza a 18 milioni di persone e gestito circa 160 milioni di messaggi. In dieci giorni sono quasi 10 mila le persone che ne hanno già beneficiato in Italia – con una mole di oltre 42 mila messaggi – riconoscendo l’utilità dello strumento (89%).

Lo Spallanzani tra gli apripista del progetto

Tra le prime realtà del Paese ad attivare il Chatbot per supportare le persone nell’autovalutazione dei sintomi del Coronavirus spicca l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Irccs “Lazzaro Spallanzani”, che sulla sua home page ha reso accessibile il nuovo assistente virtuale. Come ricordano le cronache, lo Spallanzani è stato da subito in prima linea nella gestione dei primi casi di Covid-19 in Italia e ha ricevuto un sempre crescente numero di richieste da parte dei cittadini. Per riuscire a offrire risposte immediate e a garantire un servizio puntuale ai pazienti, ha quindi scelto di introdurre il Bot come canale informativo a disposizione di tutti gli utenti online. Grazie al supporto degli esperti Microsoft in collaborazione con il team It, è stato possibile attivare la soluzione in poche ore senza defocalizzare le risorse interne dalle priorità del momento. Nella fase attuale il focus della struttura resta sul servizio ai pazienti e sulla gestione dell’emergenza sanitaria in corso: nel giro di pochi giorni il Bot si sta già rivelando utile per offrire indicazioni su come comportarsi in caso di sospetto coronavirus e sulle precauzioni che tutti, in particolare i soggetti a rischio, devono adottare. Quando i tempi lo consentiranno, il progetto evolverà a più ampio raggio e si prevede già di arricchire il Bot con informazioni utili per l’utenza tipica dell’istituto, come ad esempio gli immunodepressi. Il bot è estremamente discreto e, nel massimo rispetto delle norme su sicurezza e privacy, consente di ottenere informazioni chiave in pochi click. Un supporto strategico non solo nella relazione con i pazienti, ma anche in una prospettiva più ampia di valorizzazione del patrimonio informativo per l’analisi epidemiologica e la sorveglianza sanitaria proattiva.

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“Il Chatbot abilitato da Microsoft si è rivelato uno strumento semplice ma concreto. La standardizzazione delle informazioni è fondamentale per la gestione dell’emergenza, per ridurre gli accessi inutili alle strutture sanitarie e per ottimizzare il carico di lavoro. In questo modo è inoltre possibile abilitare l’analisi delle risposte al questionario che può rappresentare un’interessante base dati su cui sviluppare nuovi studi”, spiega Gabriele Rinonapoli, Uosd Sistemi Informatici e Telecomunicazioni dell’Irccs Lazzaro Spallanzani. “Ci aspettiamo che in poco tempo sempre più utenti possano utilizzarlo e in una prospettiva di più lungo termine questo ci porterà ad ottimizzarlo anche per altri servizi ospedalieri. Stiamo già valutando l’utilizzo di strumenti analoghi nella gestione di pazienti cronici coinvolti in percorsi clinici continuativi e immaginiamo che nei prossimi mesi il ruolo del Bot sarà sempre più centrale. Se tutte le aziende sanitarie si dotassero di tali strumenti, si garantirebbe l’uniformità delle informazioni fornite ai cittadini e si faciliterebbe la raccolta in tempo reale di dati utili anche per analisi epidemiologiche e per azioni di sorveglianza sanitaria proattiva”.

L’esperienza dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata

Sempre a Roma, l’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata, che, attraverso Inail, ha potuto adottare rapidamente il Microsoft Healthcare Bot come ulteriore canale per l’autovalutazione del Covid-19, sia a vantaggio dei cittadini, sia a supporto degli operatori sanitari. Uno strumento che si è da subito rivelato efficace, perché in grado di gestire molte più richieste del call center e perché integra un meccanismo di verifica dei sintomi in linea con i protocolli medici. Il progetto del San Giovanni Addolorata va oltre il Chatbot e si articola su più fronti, grazie all’impiego estensivo della piattaforma per la collaborazione Microsoft Teams. La soluzione era già in uso ma in modo circoscritto, mentre in tre giorni è stata estesa a tutto lo staff amministrativo: 170 persone sono ora attive attraverso Teams ed è stato possibile portare avanti in virtuale perfino i concorsi e le assunzioni di personale necessario in questa fase di emergenza. È inoltre la piattaforma cloud ad abilitare in modo sicuro l’Unità di Crisi attivata per gestire l’epidemia, una task force di 24 dirigenti sanitari e amministrativi che si confrontano ogni giorno attraverso riunioni online per decidere come affrontare la situazione e programmare le attività. Non solo, grazie a Microsoft Teams, e in particolare al modulo Bookings, è stata data vita a un’esperienza di Telenursing per seguire anche a distanza i pazienti risultati negativi a un primo tampone e che, in attesa di sottoporsi al secondo, devono rientrare al domicilio: un gruppo di infermieri resta in contatto con loro, offrendo sia supporto psicologico, sia indicazioni sui passi successivi. Interessante anche l’esperienza di TeleMidwifery, nata contestualmente, che vede un gruppo di ostetriche restare in contatto virtuale con le future mamme, dando seguito al corso di preparazione al parto in videoconferenza, proprio per non abbandonare le donne in un momento delicato come quello della gravidanza e per limitare i rischi legati a possibili contagi.

“Stiamo affrontando una situazione senza precedenti, ma le nuove tecnologie si rivelano un alleato prezioso per aiutarci a rispondere in modo tempestivo e garantire una buona sanità. L’innovazione è una scelta di lungimiranza strategica”, commenta Massimo Annicchiarico, Direttore Generale del San Giovanni Addolorata. Francesco Saverio Emmanuele Profiti, Dirigente Responsabile Uosd Ict, che ha guidato il progetto di adozione di Teams e di attivazione del Bot aggiunge: “Il nuovo assistente virtuale accessibile sul nostro sito ci consente di facilitare l’accesso alle informazioni, fornendo indicazioni sul tema Covid-19 e offrendo un ulteriore canale in questo senso ai cittadini. Il progetto di Telenursing, che ruota intorno a Microsoft Teams, ci permette poi di assistere in televisita i pazienti dimessi da pronto soccorso nella fase di transizione verso la presa in carico da parte dei servizi territoriali. Ormai la tecnologia è matura, tutte le organizzazioni sanitarie dovrebbero dotarsi di strumenti analoghi”.

Un sostegno per gestire il milione di utenti dell’Asl Napoli 3 Sud

Interessante anche l’esperienza dell’Asl Napoli 3 Sud, che con otto plessi ospedalieri in 57 comuni gestisce un bacino di oltre un milione di utenti, e che grazie alla collaborazione con Microsoft è stata in grado di attivare sulla propria home page il bot per l’autovalutazione del Coronavirus in tempi rapidissimi, così da ottimizzare la gestione dell’ingente mole di richieste provenienti dalla cittadinanza e focalizzare le risorse sui pazienti realmente critici. Il Chatbot, basato su piattaforma cloud Azure dell’Asl, è ora in fase di personalizzazione grazie alla cooperazione con l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, che sta contribuendo a tradurre linee guida e protocolli del Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie degli Stati Uniti, in modo da arricchire sempre più l’assistente virtuale e perfezionare l’interrogazione con domande libere. Non solo, l’Asl sta utilizzando in modo estensivo la piattaforma Teams, già in uso presso la struttura, per abilitare sempre più la collaborazione di tutto il personale in questo momento di emergenza. Mentre nel rapporto con i pazienti si sta rivelando strategico Skype, grazie a cui è possibile continuare i percorsi di cura e riabilitazione. In particolare, un team di logopedisti sta proseguendo l’attività con i piccoli pazienti che si collegano da casa e un team di psichiatri sta dando continuità alle proprie terapie attraverso video-sedute con i pazienti, che mai come in questo momento stanno affrontando una situazione di particolare stress.

“Il Cloud Computing e l’Intelligenza Artificiale di Microsoft si stanno rivelando strategici per gestire in modo più rapido ed efficace le richieste”, dice Bruno Cavalcanti, It Manager dell’Asl Napoli 3 Sud. “In pochi giorni è stato possibile attivare l’Healthcare Bot e personalizzarlo con i dati della Campania, così da rispondere in modo più puntale ai nostri pazienti e il percorso di perfezionamento sta andando avanti per integrare sempre più informazioni frutto dell’expertise locale e internazionale. Non solo, senza dover puntare a tecnologie avanguardistiche e inarrivabili, siamo riusciti a far leva su strumenti d’uso comune come Teams e Skype per dar vita ad esperienze di telemedicina. In questa fase delicata è importante dare il giusto supporto ai soggetti più fragili e con la nostra équipe di psichiatri stiamo riuscendo a seguire con continuità i pazienti. Altrettando fondamentale non abbandonare i bambini, affinché i progressi guadagnati nel tempo non si disperdano: con semplici video-call il nostro team di logopedisti sta proseguendo terapie e attività ludiche”.

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