L'INIZIATIVA

Industria 4.0, Camusso: “Il digitale leva per ridurre le disuguaglianze”

La segretaria generale della Cgil: “Al centro della quarta rivoluzione industriale ci siano le persone e il lavoro. Impensabile che questo cambiamento epocale produca nuove povertà”. Via alla piattaforma Idea diffusa

Pubblicato il 11 Mag 2017

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“È evidente che se ci si domanda qual è il futuro del lavoro e che effetti ha la cosiddetta 4° rivoluzione industriale il tema che si propone sono le condizioni delle persone, gli orari di lavoro e anche le retribuzioni e poi ovviamente come tutto questo incide sui temi dell’universalità”. Lo ha detto a CorCom Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, in occasione della presentazione della piattaforma “Idea diffusa”.

“Sarebbe profondamente sbagliato per il paese immaginarsi che una fase di rivoluzione tecnologica senza governo si traducesse in maggiori disuguaglianze e maggiori povertà”, ha chiarito Camusso.

“Nel contesto del cambio di paradigma nei processi economici e industriali che stiamo vivendo – ha spiegato – la Cgil si è messa in gioco, costituendo una ‘Consulta Industriale’, una community di persone interne ed esterne alla confederazione stessa, che ha l’obiettivo d’interrogarsi su questi cambiamenti ed elaborare strategie per Industry 4.0 e, in generale, per le politiche industriali. Lo strumento principale con cui si perseguirà questo fine sarà ‘Idea Diffusa’, una piattaforma collaborativa online ad accesso selezionato”.

Idea diffusa è una community e una piattaforma online per discutere di Industria 4.0 e scambiarsi esperienze, con un occhio di riguardo alla grande trasformazione del lavoro abilitata dalla robotica, dallo IoT e dai sistemi di “frabbrica connessa”. Dotata di un newsfeed che raccoglie e aggrega notizie sul web e basata su un repository per una documentazione digitale, “Idea diffusa” è un’agorà, un luogo di informazione collaborazione, partecipazione e lavoro.

Idea diffusa è uno dei pilastri del progetto “Lavoro 4.0” appena lanciato dal sindacato guidato da Susanna Camusso, il cui timone è nelle mani di Fabrizio Solari. “Per la Cgil – spiega Solari – è obbligatorio focalizzarsi sul lavoro e per farlo occorre partire dalla reale conoscenza dei fenomeni. Si tratta di accettare un punto di osservazione non molto diffuso nella attuale normalità dei comportamenti: serve non fermarsi a pensare all’oggi ma provare ad immaginare la realtà del 2030 che è meno lontano di quanto possa sembrare”.

“Noi stessi siamo ‘portatori sani di strabismo’, sappiamo tutto dei punti di crisi e pochissimo della innovazione che pure esiste anche nel nostro Paese – evidenzia il sindacalista – Correggere con metodo questo strabismo è punto di partenza essenziale”.

La Cgil prenderà in esame 5 settori chiave (industria, logistica, conoscenza, servizi pubblici e privati, finanza) per ognuno dei quali verrà affiancata una griglia orizzontale di dati sullo stadio di sviluppo del Paese e una traiettoria al 2030. “Acquisiti e sistematizzati questi elementi di conoscenza – prosegue Solari – occorrerà determinare un campione di aziende/imprese rappresentative dei processi di innovazione di tutti i settori sulle quali esercitare un monitoraggio nel tempo, cercando quindi di cogliere non solo l’istantanea dello stadio di innovazione conseguito, ma la traiettoria futura, i problemi che nascono e i processi di adattamento che ne derivano.”.

Dopo la fase ricognitiva, l’elaborazione riguarderà essenzialmente il ruolo che le istituzioni avranno nel governare questa transizione, come ridisegnare il welfare e la scuola e, soprattutto, quali i compiti del sindacato 4.0 nell’era del lavoro digitalizzato.

Che il sindacato debba modificare le properie strategie in relazione a Industria 4.0 è dimostrato anche dalla recente ricerca di Federmeccanica secondo cui la digitalizzazione fa emerge la nuova figura del “lavoratore imprenditivo” che opera in un contesto dove è sempre più necessaria la collaborazione tra impresa e lavoratori.

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