L'INTERVENTO

Industria 4.0, la sfida è realizzare una “rete ubiqua”

Per sostenere lo sviluppo del piano manifatturiero serve un’infrastruttura sicura e pervasiva adatta ad erogare soluzioni digitali industriali anche a supporto delle Pmi. L’intervento di Gianmatteo Manghi, direttore commerciale di Cisco Italia

Pubblicato il 12 Giu 2017

Gianmatteo Manghi, direttore commerciale di Cisco Italia

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L’importante espansione delle iniziative per portare la banda ultralarga nel nostro paese conferma quanto Cisco ha sempre sostenuto, partecipando a tutti i tavoli istituzionali e associativi: per fare il “salto” tecnologico di cui l’Italia ha bisogno, la discriminante è attivare una pianificazione complessiva articolata e scegliere con decisione un approccio di sistema.

Ciò che si fa oggi è fondamentale per il nostro futuro. Per anni ci si è chiesti quale domanda ci sarebbe stata, per quali servizi, su quali reti – e la constatazione del persistente ritardo del Paese nell’abbracciare le opportunità del digitale ha ritardato l’emergere di progetti ambiziosi e su scala molto ampia. Poi, a un certo punto, è arrivato il momento di smettere di farsi troppe domande. Questo momento è arrivato sia perché le istituzioni hanno dato un segnale forte e chiaro della volontà di strutturare un percorso di Agenda Digitale, strettamente integrato con l’espansione della connettività a banda larga e ultralarga, sia perché l’evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha scatenato una trasformazione umana, sociale, economica che nessuno può più ignorare – e che può essere sfruttata a nostro favore solo continuando ad ampliare l’accesso a una connettività sicura, potente e ubiqua.

Chi vede il bicchiere mezzo vuoto dirà, con qualche ragione, che la situazione non è poi così promettente. Il sistema economico sta recuperando crescita faticosamente; i dati del più recente Digital Economy and Society Index ci vedono ancora agli ultimi posti fra i paesi dell’Europa a 28; l’accelerazione della diffusione di connettività, rilevata anche dai numeri dell’indice, non trova corrispondenza in un’adeguata accelerazione in termini di competenze digitali evolute e utilizzo complessivo della rete, così come ai passi avanti significativi nella digitalizzazione della PA non corrisponde un uso incisivo dei servizi disponibil; le nostre Pmi continuano a sotto-utilizzare il digitale.

Tutto questo è vero, ma se guardiamo ad altri aspetti vediamo che le risposte alle domande tradizionali del settore telco – quali reti, per quali servizi, con quale domanda… – si trovano, e indicano che portare la rete ultrabroadband ovunque non è costruire cattedrali nel deserto.

Pensiamo al nostro settore manifatturiero, una delle voci principali del nostro Pil. Anche sull’onda di un piano pensato per incentivare la trasformazione tecnologica e l’ammodernamento di un parco macchine mediamente datato, il digitale sta entrando con decisione fra gli strumenti di crescita di queste imprese.

Quando un costruttore di macchine decide di realizzare soluzioni connesse, per garantire ai clienti non solo macchine performanti ma anche servizi digitali di manutenzione e tecnologie in grado di aumentare la produttività, ha bisogno come prima cosa di una rete adeguata. Serve una rete potente, ubiqua, in grado di adattarsi dinamicamente a tutte le applicazioni: soprattutto, serve una rete sicura in modo pervasivo ed adatta ad erogare soluzioni digitali industriali, che non trovano tutte necessariamente risposta in un’offerta tradizionale orientata all’Ict, ma di fatto sono integrate alla Rete.

Questa è la strada da seguire per continuare nel percorso di crescita del digitale nel nostro paese: l’alleanza tra tutti gli stakeholder coinvolti nell’infrastrutturazione del nostro paese è la chiave per focalizzarsi sulle nuove opportunità, lavorando al contempo per attivare competenze e domanda di digitale in in quei settori della società e dell’economia che ancora non sono pienamente coinvolti.

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