CIO VISION. Italcementi, l’IT a presa rapida

Secondo la “filosofia” della società la divisione IT deve garantire lo stesso livello di efficienza in ogni Paese e consentire l’adozione di best practice. Pifferi: “Tutti i processi poggiano sulla tecnologia: un volano per l’innovazione continua”

Pubblicato il 17 Ott 2011

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Quinto produttore di cemento a livello mondiale e fra le prime 10
società industriali italiane, Italcementi Group è presente in 22
Paesi con 59 cementerie, 11 centri di macinazione, 5 terminali, 350
centrali di calcestruzzo e 90 cave di inerti. Nel 2010 ha
registrato un fatturato consolidato di 4,8 miliardi di euro e pur
avendo quasi 150 anni di storia alle spalle, continua a guardare al
futuro, puntando sulla razionalizzazione della struttura,
investendo in sistemi di produzione che garantiscano maggiore
sostenibilità ambientale e minori consumi di risorse. In questo
processo d’innovazione gioca un ruolo fondamentale l’IT guidata
oggi dal Cio italiano Andrea Pifferi, che abbiamo
incontrato.
Quale rapporto ha una società come Italcementi con
l’IT?

La nostra è una classica impresa del manifatturiero, con un
business tradizionale legato alla fabbricazione e alla
distribuzione di materiali, ma che fa un uso piuttosto spinto della
tecnologia. Tutti i processi poggiano sull’IT, a partire dalla
produzione. Abbiamo molti anni d’esperienza nell’ambito delle
tecnologie informatiche e non rinunciamo all’innovazione
continua. Stiamo lavorando, per esempio, sul fronte delle nuove
tecnologie a supporto del monitoraggio ambientale, un’attività
che presidiamo con molta cura e che abbiamo deciso di controllare
attraverso tecnologie avanzate per garantire prodotti di qualità e
al tempo stesso basse emissioni.
Siete presenti in 20 Paesi: che impegno comporta sotto il
profilo dei sistemi informativi?

La divisione IT deve garantire lo stesso livello di efficienza in
ogni parte del mondo, dalla Cina agli Stati Uniti, e cercare di
trasferire know-how consentendo l’adozione delle best practice
che sperimentiamo in singoli Paesi. L’IT si è radicato negli
ambiti tradizionali: dal settore acquisti alle attività di
back-office, del sistema per la qualità alla R&S. In questi
contesti il compito principale dell’IT è di armonizzare i
sistemi. Nelle aree funzionali della logistica o dell’area
commerciale cerchiamo invece di introdurre innovazione continua.
Nel primo caso puntiamo verso strumenti e pratiche per ottimizzare
le attività distributive e risparmiare così sui costi e sulla
pianificazione dei trasporti. Lo stesso si può dire per il
commerciale, asset per noi strategico. La forza vendita ha bisogno
di sistemi avanzati di reporting, business intelligence e
comunicazione integrata. Per facilitare negoziazioni rapide ed
efficaci stiamo puntando sull’alleggerimento della
strumentazione, guardando con interesse a tablet e dispositivi
mobili di ultima generazione e soprattutto sull’integrazione via
Erp di dati aziendali e informazioni di natura eterogenea,
consultabili in un unico ambiente di supporto alle attività
commerciali.
Quali sono gli aspetti di maggiore
complessità?

La maggiore sfida è rendere accessibili con facilità i dati
costruiti o archiviati attraverso sistemi eterogenei, provenienti
per esempio da Sap o sistemi di Business Intelligence. Talvolta è
necessario che siano integrati con la posta elettronica e contenuti
presenti sulla Intranet, se non con informazioni e contenuti
destrutturati.
Avete difficoltà sul piano delle infrastrutture di rete, vista la
dimensione globale del vostro business?
In tutti i Paesi le nostre reti sono oramai consolidate da anni.
L’unica differenza riguarda i livelli di servizio. In Paesi
emergenti del Nord Africa o in Medio Oriente ci stiamo misurando
con sfide molto importanti per migliorarne la qualità. Il costo
dei servizi è comunque il nodo da risolvere: ovunque è piuttosto
elevato e sembra quasi che gli operatori globali di rete siano più
attenti a migliorare performance e costi sul fronte consumer che
business.
Quali budget stanziate per l’IT?
La spesa si attesta sui livelli medi del settore manufacturing. La
stiamo razionalizzando, in linea con la riduzione generale delle
spese in questi anni, ma per progetti con obiettivi rilevanti, che
producono un aumento del valore patrimoniale e trasformazioni dei
processi interni, abbiamo sempre avuto il pieno sostegno
dell’azienda.
Qual è l’ultimo investimento fatto?
La messa in opera di una rete intranet globale, un piccolo
investimento dal grande impatto. La intranet di Italcementi, sulla
quale abbiamo lavorato per due anni, ospita portali locali e ci ha
consentito di raggiungere tre risultati: una comunicazione interna
omogenea, che facilita anche il senso di appartenenza al Gruppo; la
condivisione di contenuti strutturati attraverso processi di
knowledge sharing e l’aumento della collaborazione interna tra i
dipendenti.
E quali tecnologie avete impiegato?
La piattaforma è uno standard di mercato, ma è stata
personalizzata con il disegno di un modello interno e rilasciato in
numerose lingue, compreso l’arabo e il cinese.
Quante persone raggiunge e quali servizi personalizzati
avete integrato?

È accessibile e utilizzata da 10mila dipendenti nel mondo,
soprattutto “colletti bianchi”. Gli utenti possono accedere a
forum interni, blog e pagine personali come in una “Facebook
interna”. Esistono poi soluzioni dipartimentali, come la
possibilità di trasmettere alle aree amministrative la nota spese
in formato digitale, senza più passaggi di carta agli uffici
centrali.
Come valutate, invece, la virtualizzazione e il cloud
computing?

Italcementi forse potrà apparire una voce fuori dal coro, ma non
la ritiene una novità assoluta e a un’attenta valutazione non ci
sono parse soluzioni di grande impatto che portano vantaggi
significativi di ordine economico.
Sono ottime soluzioni per lo start-up di progetti e
l’accelerazione della loro messa in opera, ma in contesti
strutturati come il nostro hanno rilevanti costi di integrazione e
pongono sfide complesse per far “colloquiare” le soluzioni in
gioco con i sistemi già disponibili.
Ma avete soluzioni di questo tipo?
Certamente, ne impieghiamo già parecchie in grado di ottimizzare
l’uso delle infrastrutture e di alcune soluzioni applicative di
mercato che possiamo così utilizzare “a consumo”. Il cloud ci
consente di sperimentare nuovi modelli di servizio e di spesa: ma
si tratta pur sempre di una tecnologia che va integrata alle altre.
Le sfide su cui ci stiamo concentrando oggi, sul fronte
architetturale, sono più spostate verso problematiche di
efficienza ed efficacia. L’obiettivo primario per i sistemi
informativi di Italcementi è quello di essere rapidi nella messa
in opera di soluzioni che migliorino la performance aziendale a un
costo sostenibile.

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