UN NUOVO CASO CINA?

L’India minaccia di “spegnere” Facebook e Google

L’Alta Corte di Nuova Dehli ha ordinato ai due siti di rimuovere subito materiale offensivo. Pena l’oscuramento. Nel mirino un fotomontaggio della leader del Congresso Sonia Gandhi e del premier Manmohan Singh

Pubblicato il 13 Gen 2012

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Un tribunale indiano ha minacciato di "oscurare" Facebook e Google India se non rimuoveranno le pagine considerate "offensive" e con "contenuti discutibili". La minaccia arriva dall’Alta Corte di Delhi, impegnata a esaminare una denuncia presentata un mese fa da un giornalista contro 21 siti internet.

"Siamo pronti a bloccare tutti i website, come ha fatto la Cina", è il monito lanciato dal giudice Suresh Kaith durante l’udienza ieri e riportato oggi sui principali media locali.

I giudici hanno chiesto a Facebook e Google India di creare un "meccanismo per monitorare e rimuovere automaticamente i contenuti offensivi dalle loro pagine". Il legale del famoso motore di ricerca ha però replicato che la cosa non è fattibile, dato il grande numero di internauti indiani, che sono oltre 100 milioni.

Oltre un mese fa il ministro delle Telecomunicazioni, Kabil Sibal, aveva già richiamato all’ordine i siti internet in una riunione a New Delhi con i principali responsabili, in cui aveva annunciato un nuovo regolamento per impedire la circolazione in rete di materiale offensivo.

L’iniziativa era stata presa dopo la pubblicazione su diversi siti di un fotomontaggio, definito di "cattivo gusto" della potente leader del Congresso Sonia Gandhi e del premier Manmohan Singh.

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