IL PROVVEDIMENTO

Ue, la svolta nei Raee: obbligo di ritiro per i negozianti

Il Parlamento aggiorna la direttiva del 2003: i consumatori potranno restiture i dispositivi senza che ne debbano acquistare di nuovi. Previsti incrementi progressivi delle quote di rifiuti negli stati membri e meno oneri burocratici. Ora la palla passa al Consiglio

Pubblicato il 19 Gen 2012

Federica Meta

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Saranno molti di più i frigoriferi, i telefoni e i gadget che saranno raccolti e riciclati grazie ai nuovi obiettivi ambientali approvati dal Parlamento europeo, in accordo con il Consiglio. L’aggiornamento della direttiva 2003 sulla gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) offre ai consumatori la possibilità di restituire piccoli rifiuti elettronici ai rivenditori e riduce il fardello burocratico per le imprese.

"Dopo difficili negoziati sono molto soddisfatto del fatto che siamo riusciti ad accordarci su tassi di raccolta ambiziosi, ma raggiungibili – dice il relatore del provvedimento Karl-Heinz Florenz (Ppe, De) – L’Europa adesso recupererà più materiale grezzo, il che è un’ottima notizia sia per l’economia sia per l’ambiente" ha dichiarato dopo che l’accordo è stato approvato, per alzata di mano, da una schiacciante maggioranza”.

Una volta che il Consiglio avrà approvato formalmente le nuove regole, e queste saranno pubblicate sulla Gazzetta ufficiale, gli Stati membri avranno 18 mesi per inserire le disposizioni nella legislazione nazionale.

Secondo il testo, tutti gli Stati membri dovranno incrementare la raccolta dei rifiuti di prodotti elettronici, anche se già soddisfano l’attuale obiettivo forfettario di 4 kg per persona l’anno.

Entro il 2016 si dovranno raccogliere 45 tonnellate di rifiuti di prodotti elettronici per ogni 100 tonnellate di beni messi sul mercato nei tre anni precedenti. Entro il 2019, la cifra dovrà salire al 65% o, in alternativa, si potrà raccogliere l’85% dei rifiuti di materiale elettronico prodotto, due misure stimate equivalenti. Dieci paesi che devono migliorare le loro infrastrutture, fra i quali non c’è l’Italia, avranno un obiettivo intermedio del 40% e potranno richiedere una proroga fino al 2021 per raggiungere l’obiettivo finale.

Per aiutare ognuno a fare la propria parte, inoltre, il Parlamento ha chiesto e ottenuto che ai consumatori sia permesso di restituire ai rivenditori piccoli dispositivi elettronici (come i telefonini) in ogni grande negozio del settore (da 400m2 in su), senza dovere per forza acquistare un altro prodotto.

Un miglior trattamento aiuterà poi a recuperare le materie prime più preziose, come l’oro utilizzato per i circuiti elettronici e a evitare che le sostanze nocive finiscano in discarica. I tassi di riciclaggio dovranno salire all’80% per alcune categorie di merci. Dovranno essere utilizzate le migliori tecnologie di riciclaggio e i prodotti dovranno essere progettati per essere riciclati più facilmente.

Il Parlamento ha anche negoziato controlli più severi sugli imbarchi illegali per evitare che questi tipi di rifiuti siano inviati in paesi in cui le condizioni di lavoro sono spesso pericolose per i lavoratori e per l’ambiente. Sarà compito degli esportatori, e non più dei funzionari doganali, dimostrare che le merci sono state spedite per la riparazione o il riutilizzo, a seconda dei casi previsti dalle nuove regole.

Focus anche sulla riduzione della burocrazia. I produttori di beni elettronici continueranno a contribuire finanziariamente al conseguimento degli obiettivi. Questi riceveranno invece benefici dalla semplificazione delle procedure di registrazione e potranno nominare dei rappresentanti sul posto invece di dover necessariamente stabilire una sede legale in ogni paese in cui operano. Le nuove misure impediranno la doppia imposizione della tassa di registrazione tra Stati membri.

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