LA CRISI

Kodak: “In Europa il nostro biz è in crescita. Problemi solo negli Usa”

L’azienda, che ha annunciato il ricorso al Chapter 11, sta registrando risultati in controtendenza nel Vecchio Continente. Cullimore: “Le nostre controllate europee non rientrano nel piano di riorganizzazione”

Pubblicato il 20 Gen 2012

P.A.

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Le controllate di Kodak al di fuori degli Stati Uniti continuano nelle loro normali attività durante il periodo di riorganizzazione aziendale, previsto dalla legislazione americana nell’ambito del "Chapter 11". Lo comunica l’azienda, precisando che le società controllate al di fuori del territorio americano non sono soggette alla legislazione americana.

Il flusso di beni e servizi ai clienti continua ininterrotto a livello mondiale. L’azienda ha ottenuto un finanziamento di 950 milioni di dollari. La riorganizzazione Kodak ha l’obiettivo di rendere l’azienda profittevole ed economicamente sostenibile.

A seguito dell’annuncio di ieri, da parte di Eastman Kodak Company e delle sue controllate statunitensi, sull’avvio del processo di Riorganizzazione Aziendale c.d. “Chapter 11”, Eastman Kodak Company precisa che le sue consociate non-statunitensi non rientrano in questo processo e che continueranno ad operare nella normalità. Di conseguenza, anche tutte le consociate al di fuori del territorio statunitense manterranno tutti gli obblighi contratti verso clienti e fornitori in totale continuità.

Kodak getta la spugna e punta il dito contro Apple, Rim e Htc
“La decisione presa dalla casa madre negli Usa di ricorrere al “Chapter 11” per la riorganizzazione volontaria delle società americane, non riguarda il nostro business europeo”, ha detto Philip Cullimore, Managing Director Europe, “In Europa, abbiamo assistito ad uno spostamento sempre maggiore verso le applicazioni imaging rivolte al mercato Business to to Business. Queste applicazioni, in Europa, sono caratterizzate da una significativa presenza nel comparto della stampa e stanno mostrando significative e rapide crescite”.

Kodak getta la spugna e accusa Apple, Htc e Rim
Eastman Kodak getta la spugna e richiede la bancarotta assistita. L’icona della fotografia soccombe alle nuove tecnologie, alla mancanza di liquidità e all’incapacità di vendere i propri brevetti. La società porta i libri in tribunale, accede al Chapter 11 (amministrazione controllata) e continuerà a operare per i prossimi 18 mesi grazie al finanziamento da 950 milioni di dollari che si è assicurata da Citigroup.

"La riorganizzazione punta a rafforzare la liquidità, a monetizzare la proprietà intellettuale non strategica – l’azienda dispone di 1.100 brevetti digitali – e a far concentrare la società sulle attività di maggior valore", dice il presidente Eastman Kodak. La richiesta per il Chapter 11 è stata presentata a un tribunale di Manhattan: nella documentazione Eastman Kodak dichiara asset per 5,1 miliardi di dollari e 6,75 miliardi di dollari di debito. Ricorso al Chapter 11 che permette alle società Usa di continuare l’attività con il blocco automatico di tutte le azioni dei creditori volte al recupero dei loro crediti. Nel caso di Kodak il maggior creditore è Bank of New York Mellon con crediti non garantiti per 668 mln. La stessa banca risulta anche il più grande creditore garantito con un credito di 776 milioni dollari, sostenuto da tutti i beni Kodak negli Stati Uniti ad eccezione di quelli esentati in un accordo del 1988.

Nelle carte del Chapter 11 Kodak punta anche il dito contro Apple, Htc, Research in Motion (produttrice dei Blackberry) e altri player. L’accusa è lanciata dal chief financial officer della società, Antoinette McCorvey.

Secondo McCorvey, queste aziende hanno approfittato della crisi finanziaria di Kodak nella guerra dei brevetti sulle loro presunte violazioni della proprietà intellettuale. E "quando le condizioni finanziarie di Kodak hanno iniziato a peggiorare, la società ha iniziato a sperimentare ritardi nei negoziati per le licenze con Apple, Research in Motion e Htc", scrive il Cfo.

Dominic Di Napoli, Vice president di Fti Group, società specializzata in riorganizzazioni aziendali, è stato scelto alla guida del processo di ristrutturazione. Il Chapter 11 rappresenta un duro colpo per l’amministratore delegato Antonio Perez: durante la sua gestione, Kodak ha bruciato 7 miliardi di dollari di valore di mercato. Eastman Kodak si augura di emergere dalla bancarotta il prossimo anno, dopo aver tagliato i costi e venduto parte del portafoglio brevetti.

Da quando Perez ha assunto le redini di Eastman Kodak nel 2005, la società ha accusato perdite ogni anno. Fondata 131 anni fa e con 17mila dipendenti, la Kodak ha messo in guardia sullo stato precario dei propri conti a novembre, avvertendo che se non fosse riuscita a vendere i propri brevetti o a raccogliere nuovi capitali avrebbe esaurito la liquidità a sua disposizione. Big della fotografia fino a pochi anni fa, Kodak ha sperimentato una forte crisi mentre tentava di orientare nuovamente la propria attività.

I problemi si sono intensificati nel 2001. Lo scorso autunno Kodak ha assunto alcuni consulenti per ristrutturarsi e ha terminato una linea di credito da 160 milioni di dollari, alimentando i timori sulla sua sopravvivenza. Kodak ha tentato per mesi di risanare i propri conti con la vendita dei brevetti non core, un processo rallentato dai timori dei potenziali acquirenti sulla eventuale richiesta di bancarotta da parte della società.

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