EUROPA

Ue, Istituto per l’innovazione: è polemica fra Commissione e Parlamento

In forse i 3 miliardi aggiuntivi richiesti dal commissario Ue Vassiliou per spingere l’Eit. L’europarlamentare Madurell: “Nessuna business case convincente: l’assegnazione di risorse aggiuntive sarebbe un puro atto di fede”

Pubblicato il 05 Mar 2012

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L’Istituto europeo per l’innovazione e la tecnologia (Eit), creato tre anni fa, sta ancora muovendo i primi passi ma la Commissione europea è convinta del suo valore per creare innovazione in Europa e ha chiesto di portare il budget dell’istituto a 3 miliardi di euro per aiutare ad accelerarne lo sviluppo nonostante le critiche sui pochi risultati raggiunti finora e la pesante burocrazia.

Anzi, Androulla Vassiliou, commissario Ue per l’istruzione responsabile della gestione dell’Eit, ha sottolineato proprio i “primi risultati concreti” messi a segno dall’istituto alla recente cerimonia degli Entrepreneurship Awards, in cui sono state premiate le tre start-up nate all’interno delle Knowledge and innovation community (Kic) dell’Eit e focalizzate sui temi dell’Ict, energia sostenibile e cambiamento climatico.

Queste comunità per la conoscenza e l’innovazione (Kic) sono, secondo la Vassiliou, delle “fabbriche di innovazione”; il loro obiettivo è creare legami tra studenti, ricercatori e imprese chiudendo il "triangolo della conoscenza” che può portare l’innovazione al mondo reale dell’impresa.

Ma la storia dell’Eit non è costellata solo di successi. Una valutazione indipendente dei primi tre anni di lavoro dell’istituto, pubblicata a maggio 2011, pur condividendo gli obiettivi dell’Eit e premiando il lancio delle prime tre Knowledge and innovation community, indicava il nodo delle “inefficienze nell’implementazione” e parlava di uno staff “non all’altezza del ruolo operativo che l’Eit vuole assumere”.

"L’Eit non riesce ancora a rappresentare quel punto di riferimento che aspira ad essere”, indicava il report. La Commissione ha accolto le critiche ma ha continuato a difendere la missione dell’istituto, tanto che a novembre ha proposto di potenziare il budget dell’Eit portandolo a 3,2 miliardi di euro nel periodo 2014-2020, un incremento di dieci volte rispetto ai 309 milioni ricevuti per il 2008-2013. "Più soldi significano più Kic”, ha detto la Vassiliou indicando che nei prossimi anni dovrebbero essere creati sei nuovi Kic (tre nel 2014 e tre nel 2018), anche se il grosso dei fondi andrà ai tre esistenti che sono già in fase di sviluppo. La Vassiliou si aspetta dall’Eit lo stimolo alla creazione di 600 start-up, la formazione di 25.000 studenti e 10.000 dottorati di ricerca.

La crociata del commissario all’istruzione è tuttavia erta di ostacoli. Il Parlamento europeo, che voterà a marzo sul programma di ricerca dell’Ue per i prossimi sette anni chiamato Horizon 2020, non è molto propenso a firmare un assegno in bianco per l’Eit, temendo che vengano distolti investimenti da settori più importanti. "Spostare l’attenzione al finanziamento di innovazioni a breve termine, rivolte al mercato, rischia di nuocere alla ricerca fondamentale più a lungo termine, ma che spesso produce le innovazioni più rivoluzionarie”, sostiene Teresa Riera Madurell, europarlamentare spagnola che si occupa di redigere il parere del Parlamento europeo su Horizon 2020. “L’Eit deve ancora dimostrarci di avere una business case”, aggiunge il parlamentare belga Philippe Lamberts: “Assegnargli 3 miliardi di euro è un puro atto di fede”.

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