BORSA

Facebook crolla a Wall Street

Flop al Nasdaq dopo il debutto di venerdì. Negli Usa riflettori puntati sui problemi tecnici che hanno ritardato gli scambi all’esordio del titolo: la questione potrebbe finire sul tavolo della Sec

Pubblicato il 21 Mag 2012

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Flop di Facebook al Nasdaq nel primo giorno di contrattazioni dopo l’Ipo di venerdì. Il titolo del social network, che già in fase di preapertura aveva dato segnali di debolezza, è piombato in area negativa, arrivando a a cedere il 13,2% a 33,20 dollari per azione, ben al di sotto del prezzo d’esordio fissato per il collocamento a 38 dollari. A pesare sul titolo il contesto economico generale ma anche le perplessità del mercato sulle reali prospettive di Facebook, in particolare la sua capacità di generare utili. Nel mirino soprattutto il business pubblicitario, che pesa per l’85% sui ricavi di Facebook, e i ritardi del social network sul fronte dell’advertising via smartphone.

Facebook ha trascinato con sé al ribasso molte aziende del comparto internet, come LinkedIn (-2,41%), Yelp (-5,31%) e il social network cinese quotato sul Nyse Renren che cede il 6,86%. La societa’ produttrice di videogiochi per social network Zynga – il cui titolo venerdì era stato sospeso per eccesso di ribasso – perde invece il 4,61% a 6,83 dollari. Per gli analisti il deludente debutto di Facebook si spiega con la valutazione del social network ritenuta eccessiva. Il prezzo di collocamento (38 dollari) era pari a 104 miliardi di dollari, ovvero 107 volte gli utili riportati negli ultimi 12 mesi, piu’ di qualsiasi altra azienda dello S&P 500 ad eccezione di Amazon e Equity Residential. Inoltre, mentre Google, che ha una valutazione di mercato di sole due volte superiore all’azienda fondata da Mark Zuckerberg, fattura 37,9 miliardi di dollari, Facebook ha vendite pari ad ‘appena’ 3,71 miliardi di dollari.

Facebook e’ l’undicesima azienda internet a quotarsi in borsa quest’anno, e nel giorno del debutto aveva una valutazione di tre volte superiore a quella complessiva della altre 10 aziende. LinkedIn, seconda nella particolare classifica è valutata 10,07 miliardi di dollari. Il giorno della sua Ipo, nel maggio 2011, il social network dedicato ai professionisti, aveva visto il proprio titolo guadagnare il 109%; mentre Groupon aveva guadagnato il 31% nel giorno del proprio debutto in borsa. Nelle prime battute della seduta odierna, il crollo di Facebook aveva portato in territorio negativo anche i titoli di Morgan Stanley, il maggiore sottoscrittore dell’operazione, e quello della società che gestisce il Nasdaq, Nasdaq Omx.

C’è da dire che già venerdì il Garante tedesco della Privacy aveva nmesso in guardia il social network, ventilando la possibilità che le nuove regole sulla data protection dell’Ue e in generale i vicnoli stringenti sulla tutela dei dati personali del Vecchio Continente avrebbero potuto limitare lo scambio e la condivisione di informazioni per i cittadini degli Stati Ue.

Nasdaq sulla graticola dopo il flop dell’esordio

Il Nasdaq chiede scusa e promette di cambiare le procedure di gestione delle Ipo dopo il clamoroso scivolone tecnico accusato nella giornata di venerdì quando è stata chiamata a gestire lo sbarco in borsa di Facebook. L’annuncio ufficiale è venuto oggi dopo che per tutto il weekend si sono susseguite le accuse all’indice telematico per non aver saputo prevenire problemi tecnici che hanno portato a ritardare di circa 30 minuti l’inizio delle negoziazioni e a lasciare inevasi per diverse ore migliaia e migliaia di ordini di compravendita con il risultato finale che in molti affermano ora di aver subito un danno e chiedono di essere compensati. “Non è stato certamente il nostro momento migliore”, ha ammesso il responsabile del Nasdaq Omx Group, Robert Greifeld, che ha individuato il problema all’origine di tutto in un malfunzionamento dell’interfaccia per cancellare o modificare ordini già inseriti.

Un debutto che ha riservato frustrazioni irritanti per diversi investitori e trader, concludendosi peraltro con una performance deludente del titolo: dopo aver guadagnato attorno al 12% alle prime battute, con il passare del tempo le azioni Facebook hanno perso praticamente tutto lo slancio chiudendo con un misero + 0,6% a 38,23 dollari, lievemente al di sopra rispetto al prezzo di collocamento fissato a 38 dollari.

Ma soprattutto c’è stato un lunghissimo ritardo, 30 minuti, rispetto all’ora iniziale di contrattazioni: sono scattate alle 11 e 30 ora di New York (17 e 30 italiane) invece delle 11 previste. In un’epoca in cui si vantano prestazioni da ordine dei millisecondi sugli scambi borsistici, è stato un chiaro danno di immagine per il Nasdaq, il listino dei titoli tecnologici Usa, durante un evento che era sotto i riflettori dei media di tutto il mondo. Ieri sera l’amministratore delegato Robert Greifeld, rammaricandosi per l’accaduto, ha detto che il problema principale è stato legato a malfunzionamento del sistema di cancellazione degli ordini.

Il Nasdaq sta analizzando l’accaduto che però potrebbe finire anche sotto l’attenzione della Securities and exchange commission (Sec), l’autorità di vigilanza sulla finanza Usa. Intanto anche oggi la dinamica di Facebook in Borsa potrebbe richiamare l’attenzione di alcuni analisti, dato che venerdì scorso negli scambi post chiusura i futures sul titolo avevano segnato nuovi apprezzamenti. Intanto per non negarsi nulla il giorno dopo il debutto, il fondatore e titolare di Facebook, Mark Zuckerberg, che ha comunque effettuato la più grande Ipo di un titoli tecnologico della storia, ha sposato la sua storica fidanzata Priscilla Chan.

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