STRATEGIE

Ferrovie, è rivoluzione cloud

Il direttore centrale dei Sistemi Informativi, Alessandro Musumeci: “La migrazione è al rush finale, avremo massima efficienza nella gestione dei sistemi”

Pubblicato il 19 Set 2012

Luigi Ferro

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Mentre fioriscono convegni, seminari e discussioni sull’importanza della “nuvola”, sul come e perché sia fondamentale implementare il cloud computing in azienda, il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane ha impresso una forte accelerazione alla discussione in corso nel nostro Paese, realizzando un progetto di innovazione che va molto oltre l’aspetto tecnologico.
Alessandro Musumeci, Direttore centrale sistemi informativi del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, ne è fortemente convinto, tanto che chiarisce subito come la scelta di implementare il “cloud” sia “più organizzativa che tecnica”.
Il percorso implementato da Ferrovie parte da lontano, da quando la società in house che forniva servizi Ict a Ferrovie è stata avviata verso la privatizzazione. Reciso il cordone ombelicale che univa Ferrovie a tale azienda è stato deciso di bandire una nuova gara per l’outsourcing dei sistemi informativi di Ferrovie, nella quale il cloud, anzi il private cloud, è stato considerato un aspetto fondamentale.
“Siamo passati da un contratto che prevedeva acquisto di server e di giorni/uomo – spiega Musumeci – ad un accordo che chiede il rispetto di predeterminati livelli di servizio (Sla, Service level agreement) e che si aspetta dai fornitori l’erogazione di specifiche capacità progettuali”. Da un sistema informativo che prevedeva la distribuzione dei sistemi sul territorio si è andati verso la centralizzazione dei sistemi e delle basi di dati, passando dall’implementazione di sistemi “ad hoc” all’adozione di soluzioni standard, con la possibilità di interloquire con una pluralità di partner, anziché con un’unica società.
La gara, bandita nel 2010, è stata vinta da un Rti composto dalla società Almaviva, Telecom Italia, Engineering e Ansaldo Sts che sta terminando il periodo di transizione con il “passaggio in cloud di oltre trecento applicazioni appartenenti a tutto il gruppo”.


Nel corso di questa trasformazione i treni hanno continuato a viaggiare tranquillamente, gli utenti non si sono accorti di nulla e la società ha realizzato una migrazione verso il cloud con il progetto più importante di questo genere mai realizzato in Italia.
“Oggi Ferrovie utilizza tre distinti datacenter, di cui il principale di proprietà della società Almaviva, ubicato nella zona Roma-est, uno di proprietà di Telecom Italia per il backup e il disaster recovery, ubicato a Pomezia, vicino Roma, e un altro di proprietà di Ibm per l’e-ticketing”, situato a Rho-Pero vicino Milano.
Nel momento in cui nuovi competitor si affacciano sul mercato nazionale e la competizione, anche internazionale, riguarda tutte le tipologie di trasporto, il gruppo ha deciso di imprimere una svolta significativa alla sua organizzazione informatica. “Una decisione – osserva Musumeci – avvalorata dal fatto che i nostri clienti, che erano abituati ad utilizzare punti fisici come le biglietterie per usufruire dei servizi, oggi si collegano sempre più al nostro sistema informatico con qualsiasi tipo di device”. La collocazione dei servizi “sulla nuvola” rappresenta la scelta adeguata per soddisfare i livelli di servizio attesi e gestire i sistemi con il massimo di efficienza.
Accanto ad una riduzione delle risorse dedicate all’“operation”, sono stati sostituiti sistemisti con un numero maggiore di project manager che coniugano il business con la tecnologia. Poi si sono aggiunti gli architetti di sistema e i service level manager che hanno il compito di gestire i livelli di servizio.


Con il passaggio al cloud Ferrovie dello Stato riuscirà a liberare una serie di risorse per realizzare nuove applicazioni, curando l’entertainment sui treni con l’utilizzo del wi-fi, dando maggiore attenzione alla gestione della mobilità e utilizzando i sistemi di geolocalizzazione.
L’elemento più critico rimane quello della “business continuity”, ma il cloud permette di gestire la continuità senza preoccupazioni, mentre “esperienze recenti anche di aziende importanti hanno dimostrato che mantenere all’interno dell’azienda i Ced ed un numero crescente di risorse non garantisce la continuità del servizio, specialmente nel caso di reti estese e di servizi ad ampia pervasività”.
L’elemento che fa la differenza è il rapporto di partnership fra azienda e fornitori. “Sono necessari contratti e alleanze solide e di durata pluriennale” e più che il possesso dei sistemi hardware è necessario comprendere che oggi “non è più possibile avere all’interno tutte le competenze necessarie”.
La complessità tecnologica è in forte crescita e “l’unico modo per gestirla è avere una rete di alleanze strategiche” osserva Musumeci che aggiunge una riflessione anche sul ruolo del Cio in ambiente cloud. Mai così vicino al business come da quando è salito sulla nuvola.

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